Le strade tra Vlahovic e la Fiorentina si sono divise al termine di una finestra di mercato, quello invernale, che ha visto una Juventus particolarmente attenta nel cogliere l’occasione che gli si è parata dinnanzi. Dalla tensione delle infuocate settimane di calciomercato si è passati ieri alla giornata nella quale cominciare ad apprezzare il lavoro fatto e le tante energie impiegate. Il primo frutto raccolto da tanto sforzo è un ragazzo maturo che, a dispetto della giovane età, ha già palesato una lucidità di pensiero e un carisma da veterano. Dusan Vlahovic ha risposto alle domande della stampa nella Conferenza di presentazione. E ha parlato della sua scelta di abbracciare il progetto Juventus come di una decisione semplice. “Nel dna bianconero c’è la lotta fino all’ultimo, la sofferenza per vincere fino alla fine e questo fa parte del mio carattere. Per questo la scelta non è stata difficile”, ha esordito così il bomber serbo, prelevato dalla viola per 70 milioni più 10 di bonus. Un’affinità di carattere che fa sognare i tifosi, pronti a incoraggiare quell’abnegazione estrema che può segnare il discrimine netto tra il calciatore nella media e il campione in grado di spostare gli equilibri. E’ un Vlahovic che sa ciò che vuole e lo manifesta senza incappare però in un’antipatica spavalderia. Quel che prevale è la voglia di mettersi a disposizione, di adeguarsi con stimolo e sacrificio agli schemi di mister Allegri. E una certa umiltà che viene fuori non tanto dalla presunta frugalità nella scelta della nuova abitazione (“Sto cercando una casa, ma non sarà sicuramente quella di Cristiano, queste cose fuori dal campo non mi interessano”), quanto da una riconoscenza totale e incondizionata verso una realtà, quella della Fiorentina, che lo ha fatto crescere e raggiungere i grandi palcoscenici dei quali, crediamo, il suo futuro potrà essere pieno.
Due parole sul rovescio della medaglia. Alle parole accorte di Vlahovic sono seguite quelle, molto meno selezionate, di Rocco Commisso. Il patron viola si è difeso con le unghie dagli sguaiati attacchi mossi alla sua persona da una parte dei sostenitori gigliati. La pausa di riflessione che il numero uno della Fiorentina intende concedersi è il pittoresco finale d’atto di una narrazione che non convince a pieno. “Sono arrivato a Firenze e non ho comprato una villa o una casa al mare, ho messo la mia disponibilità economica a favore della Fiorentina“, tuona Mr. President, nell’acceso comunicato pubblicato sul sito del club viola. E ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi. Fino a prova contraria Commisso è tornato nella madrepatria Italia per acquistare una squadra di calcio, non certo uno stabile sui colli fiesolani. Ma la gestione della stessa può essere legittimamente oggetto di critiche, finanche le più aspre, da parte di media e tifoseria. Se poi, il fardello da sopportare fosse tale da arrecare danno al proprio stato di salute, che Rocco passi la mano, venda il club senza minacciare retromarce e convogli tutte le forze a sua disposizione per rimettersi in fretta. E soprattutto ci risparmi la pantomima della cessione forzata e malvolentieri accettata del cattivone di turno. Ieri Chiesa, oggi Vlahovic (che non saluta!) e i suoi agenti. Con le cifre strappate alla Juventus negli ultimi due anni, Commisso si è già ripagato con gli interessi l’investimento fatto quando ha rilevato il club dai Della Valle. Come egli stesso ha ammesso, la Fiorentina di questi tempi ha 75 milioni di ricavi. Li utilizzi con criterio perché sono un bel gruzzolo.