Finisce 2 a 2 il match tra Torino e Juventus. Doppietta di Sanabria per i granata, Chiesa e Ronaldo pareggiano il conto per i bianconeri.
TORINO – E’ tutto nell’abbraccio dei giocatori del Torino al fischio finale il succo di questo derby della Mole. Finisce in pareggio, ma a vincere sono gli uomini di Nicola. A dimostrarlo i volti scuri dei bianconeri. Facce che non bastano a giustificare la delusione di un’annata fallimentare. E’ una Juventus che non si riconosce. La Vecchia Signora non è abituata a momenti come questi, a guardarsi indietro non per contare i punti di distacco dalla seconda classificata ma quelli che la separano dal quinto posto (adesso perdere la Champions è molto più che un terribile fantasma se non ci sarà una immediata inversione di tendenza). La palla pesa, il momento è duro, e si vede tutto in campo. E’ una Juventus debole prima di tutto psicologicamente. E questa partita non ha fatto altro che confermarlo. Dei buoni primi minuti e il solito Chiesa (anche oggi il migliore della Juventus), in rete già al 12′, sembravano avviare Andrea Pirlo verso un pomeriggio tranquillo. Poi, come spesso è accaduto in stagione, il blackout che riporta in gara il Torino. Inspiegabile per una squadra di così grande qualità e dna vincente. Gli uomini di Nicola macinano chilometri. Chiudono, ripartono. Sfruttano i limiti di un modulo bianconero che lascia il centrocampo preda delle incursioni granata. E colpiscono due volte, Szczesny (oggi in serata disastrosa, nonostante alcuni importanti salvataggi nel finale) regala la doppietta ad un ottimo Sanabria (con gentile collaborazione di Kulusevski). La Juventus pareggia con Ronaldo nel finale dopo una reazione quanto mai tardiva, prova a ribaltarla ma poi si perde nella sua confusione. In altri tempi, i derby si vincevano nel recupero. Oggi, il derby lo ha vinto il Torino. La gara resta in equilibrio sino al finale, e non certo per merito di un Toro che soprattutto nel finale ha concesso diverse occasioni. E’ una Juventus infatti che anche nei momenti buoni di gara, quelli dove riesce a prendere il dominio del campo, viaggia più di folate individuali che di squadra. Più di frustrazione che di ragione. E’ una Juventus frenetica, che tira, prova, ma sbatte sulla sua impazienza e frustrazione. Si potrebbe fare la conta degli errori, i processi, incolpare le dubbie scelte di Pirlo, o gli errori di Kulusevski e Szczesny, o quelli sotto porta. O magari quello di Dybala e McKennie, che oggi in campo sarebbero certamente stati più utili che in punizione. La sensazione è che questo strano connubio tra la eccessiva sicurezza di chi sa di aver vinto gli ultimi 9 scudetti e di avere una squadra di campioni e l’insicurezza di chi ha perso tutte le certezze attuali porti ad una Juventus discontinua e umorale, una che non può coesistere con un finale di campionato quanto mai infuocato.