A piccoli passi, granello dopo granello, goccia dopo goccia, i bianconeri sono chiamati a imbroccare una stagione di stampo molto diverso rispetto alla precedente. O alle precedenti due. E’ quanto Matthijs de Ligt ha chiesto a gran voce alla società Juventus, incalzando la dirigenza poco più di 48 ore fa. Un auspicio che suona come un provocatorio squillo di infelicità di fronte ad un progetto, quello bianconero, che il centrale olandese ha fatto fatica a decifrare. Tre stagioni in bianconero, tre allenatori diversi in un decrescente turbinio di gioie cominciate dallo scudetto di Sarri, fino alla tribolata stagione di Pirlo per poi giungere alla prima annata senza titoli della nuova gestione Allegri. Gli ultimi due anni – e relativi risultati – sono stati messi sul piatto della bilancia da de Ligt mentre il calciatore materializzava uno sfogo che originava forti dubbi sul suo prolungamento di contratto. “Guardo sempre a ciò che è meglio per me in termini di progetto sportivo. Due quarti posti consecutivi non bastano, bisognerà fare dei passi in avanti in quella direzione perché si tratta di risultati deludenti”, affermava il buon Mattia con esternazioni sibilline. Se l’ambizione è pane quotidiano dell’aspirante fuoriclasse, e pretendere un’asticella sempre crescente è auspicabile per sostanziare un upgrade, quello che non convince a pieno è il modo utilizzato per veicolare il messaggio. de Ligt non ha mai parlato in prima persona, quasi a non considerarsi parte di quelle due rose da egli stesso sottoposte a giudizio. L’olandese non ha indugiato nell’autocritica, nemmeno la più superficiale, come se non fosse anch’egli corresponsabile di quanto accaduto nel rettangolo verde di parte bianconera. de Ligt ricordi bene da dove viene. Il quarto posto è anche colpa sua.
Per un olandese insoddisfatto, c’è un francese che, almeno a parole, si è dimostrato particolarmente stimolato dall’ultima annata a Torino. Adrien Rabiot, che avverte la fiducia di Massimiliano Allegri, ha professato uno stadio di maturazione negli anni trascorsi sotto la Mole tali da non mettere in dubbio il suo futuro. “Per ora penso solo alla Francia -chiarisce l’ex Psg – comunque sono sotto contratto con la Juve e non avverto segnali che possa andarmene. A Torino ho scoperto una realtà e una cultura diverse”. Fino a che punto si possa parlare di maturazione non è dato sapersi. Zero gol in stagione con la maglia bianconera, uno, il primo, con la Francia nella sfida alla Croazia. Questo il suo score personale, unito ad alti e bassi nel rendimento talmente vistosi da rendere più immaginaria che verosimile la crescita paventata dal calciatore. E per non farsi mancare nulla, nelle ultime ore si è resa necessaria la risposta diretta e piccata di Juan Cuadrado ai rumors di mercato che lo vorrebbero in attrito con la società. Il colombiano ha rotto il silenzio e precisato che la Juventus non ha ancora avviato le trattative per un ulteriore prolungamento. Nessuna offerta da valutare, dunque. Nessun rifiuto. Ciò non esclude comunque che il rinnovo automatico fino a giugno 2023 possa essere l’ultimo accordo con i bianconeri per il 34enne Cuadrado. La Juventus riflette.