Il primo maggio la squadra di Allegri affronta il Venezia nell’appuntamento dell’ora di pranzo.
Domani i veneti fanalino di coda del campionato porteranno allo Stadium la voglia disperata di tentare il colpo di coda per evitare il dispiacere della retrocessione. Il Venezia giungerà a Torino orfano del proprio allenatore. Paolo Zanetti è stato, infatti, sollevato dall’incarico e sostituito dal tecnico della primavera Soncin. Ma le insidie di un match solo all’apparenza tranquillo sono ben note. I bianconeri dovranno mantenere la testa sgombra da qualsivoglia istinto frenetico e ponderare il da farsi con lucidità. Allegri ha parlato con i suoi uomini, memore del passo falso dell’andata quando l’avventura in laguna si rivelò piuttosto indigesta. La gara di Venezia fece sbattere i bianconeri contro un ostacolo imprevisto e forse sottostimato. A Morata rispose Aramu in un incontro che verrà ricordato anche per l’ennesimo stop di Dybala. Adesso, però, la situazione è ben diversa. La Juventus ha trovato forma e sostanza e l’obiettivo minimo è lì a pochi passi. Quattro per la precisione. E chissà che il rush finale della stagione non veda i bianconeri agguantare anche la terza piazza del Napoli, distante una sola lunghezza. La creatura di Allegri è cresciuta tanto da allora, a tal punto da accarezzare sogni scudetto e le sane ambizioni della squadra di vertice. Poi il brusco ritorno sulla Terra e una bussola che sembrava difficile riassestare. I tre punti in palio domani certificheranno se la Juventus avrà rimesso la chiesa al centro del villaggio o, consentitemi, San Marco al centro della laguna.