Non basta più affermare di non aver subito sconfitte, non basta più portare un solo punto a casa rischiando addirittura di perire sotto le rimonte degli avversi. Giunti al dodicesimo pareggio iniziano a fioccare i paragoni con la scorsa stagione ed i 15 punti in meno rispetto alla “vecchia” Juventus. I bianconeri continuano a giocare troppo con gli schemi e poco con il cuore e, come se non bastasse, continuano a sbagliare eccessivamente soprattutto nel (sofferente) comparto difesa. Il derby di Torino finisce con la Juve che “regala” il solito pareggio frutto di disattenzioni e superficialità. Di Gregorio sulla rete di Vlasic prende gol sul proprio palo. Ma anche a livello tattico, di amalgama e di impiego sorgono sempre più quesiti ed anomalie, Cambiaso è improvvisamente diventato alternativo a McKennie e Savona; lo stesso MK viene poi spinto in avanti e Koop, da ultimo arrivato, diventa improvvisamente capitano nonostante abbia fatto fatica ad inserirsi nelle dinamiche della squadra. Nel derby della Mole girano bene Kalulu, Thuram e Gatti, ma non basta a tener testa a gli avversarsi che si giocano il tutto per tutto per strappare punti alla Vecchia Signora. Buona anche la prestazione di Mbangula e Douglas Luiz e sempre meglio il giovane Yildiz che pensa a movimentare le zone anteriori. Anche questa volta il pareggio non serve a nulla, sarebbe stato addirittura meglio perderne 6 e vincerne 6, ma 12 pareggi su 19 partite di campionato sono un risultato pessimo che in altre circostanze avrebbe comportato una classifica ancor peggiore. Gli undici in campo fanno la loro parte, la farebbero meglio con altre condizioni (una difesa adeguata e posizionamenti affini alla loro natura). Sul banco degli imputati sembrano comparire proprio Giuntoli e Motta, l’uno per non essere adeguatamente intervenuto in occasione delle continue ed improvvise carenze di “titolari”, l’altro per aver eccessivamente fantasticato con i ruoli dei giocatori. Il castello delle glorie inizia a vacillare, “punto dopo punto”. Urgono rinforzi, e Juventus non può restare ferma a guardare, e per Giuntoli è arrivato il momento delle scelte forti. La finestra di mercato invernale non si può definire di riparazione, almeno per la Juventus. Servono iniziative importanti ed innesti qualitativamente e caratterialmente forti e determinanti. Non si può continuare a puntare sui giocatori emergenti (vds NextGen) o sulle “scommesse di mercato”. Bisogna lasciare il segno all’interno della rosa. La difesa è carente e questo è un dato di fatto, ed un comparto così delicato non può essere coperto da giocatori con ruoli improvvisati o ibridi, servono almeno due giocatori determinanti. Nel settore offensivo siamo a pezzi, non c’è un attaccante in grado di essere definito tale, abile, veloce, cinico, possente. Servono almeno due fuoriclasse in grado di garantire costanza e risultati (in poche parole gol!). Le dichiarazioni di Giuntoli prima del derby lasciano sperare: “Vogliamo rinforzare la squadra nel reparto difensivo e guardarci intorno se c’è qualche occasione in altri reparti. La difesa? Dobbiamo rispettare tanti parametri, economici e tecnici. I calciatori importanti a gennaio sono più difficili da muovere, dobbiamo avere un po’ di pazienza. Araujo e Kolo Muani? Sono due calciatori bravi, però il mercato entra nel vivo adesso e speriamo che, in settimana, possano esserci delle novità positive”. Staremo a guardare cosa accadrà nei prossimi giorni.
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