Le prime sensazioni dopo questa pesante sconfitta
IL PUNTO – Sembrava il Far West e invece era l’Allianz Stadium. La Juventus crolla nel Derby d’Italia e no, questa volta non per demerito della squadra, del mister o del gioco. I ragazzi hanno disputato novanta minuti di grande intensità, pressando altissimi e non concedendo praticamente niente all’Inter. Purtroppo è mancata lucidità sotto porta, nonostante le numerose azioni create e i nerazzurri hanno sfruttato il mezzo contatto tra Morata e Dumfries in mezzo alle polemiche. La partita si è dimostrata sin da subito spigolosa e l’arbitro ha perso la bussola non appena sceso in campo. Otto gialli e molti altri risparmiati, come quello di Lautaro che già ammonito entra in ritardo su Chiellini al 23esimo. Poi prima dell’intervallo succede l’imponderabile: Irrati concede il rigore con l’ausilio del Var, Calhanoglu se lo fa parare, ma nel prosieguo dell’azione la palla entra in porta. Forse fallo del turco su Danilo. La squadra arbitrale sceglie di far ribattere il rigore per l’ingresso in area in anticipo De Ligt e stavolta Szczesny non può nulla. Le polemiche continueranno per giorni, ma lo scenario è talmente ingarbugliato che si fatica a prendere una posizione chiara. Stavolta non si può recriminare nulla ad Allegri, il quale ha cercato sin da subito di imporre un dominio, riuscendoci per larghi tratti. La scelta di far giocare insieme Dybala, Morata e Vlahovic la dice lunga sulla voglia di vincere il match. Purtroppo però non si è andati oltre una traversa, un palo e tante altre occasioni non sfruttate. Altamente negativa la prestazione di Dusan Vlahovic: annullato da Skriniar per tutti i 90 minuti a eccezione di una bella giocata nella ripresa con la palla che è uscita a lato. Questa volta la squadra va applaudita e incoraggiata, non è a causa di oggi che la Juve si ritrova fuori dalla lotta scudetto, ma di diversi mesi al di sotto delle aspettative. Questa gara però chiude di fatto l’annata bianconera. Ora l’unica speranza va riposta nella Coppa Italia. Il sogno sorpasso svanisce nel peggiore dei modi e certifica una stagione a dir poco fallimentare. Peccato.