L’impatto del polacco sulla squadra bianconera
IL PUNTO – Arrivato come vice-Vlahovic, Milik si è già conquistato la stima e la fiducia di mister e tifosi. In una Juve che fatica a superare il centrocampo, il polacco ha già realizzato due reti nelle uniche occasioni utili in campionato e per poco non è riuscito a trovare il goal anche con il Psg. In quella circostanza, solo una grande parata di Donnarumma lo ha fermato. In poco tempo ha dimostrato di essere ben più di un vice, e infatti Allegri lo ha premiato con il posto da titolare a Parigi. Poco importa se poi è stato tolto al 68esimo per Locatelli, nel momento di maggiore pericolosità della Juve. O meglio, importa, ma non è questa la sede in cui analizzare le stravaganti letture del tecnico livornese. Ora c’è la Salernitana e Milik vorrà dare continuità alle sue prestazioni, anche se dovesse entrare dalla panchina. I bianconeri possono affidarsi a una coppia d’attacco di tutto rispetto, che possiede un’ottima tecnica e senso del goal. Se solo fossero messi in condizione di attaccare l’area con più frequenza, la Juve risolverebbe tutti i suoi problemi offensivi in un istante. Per il momento ci si è dovuti accontentare di vederli giocare a quaranta metri dalla porta, e malgrado ciò, i numeri di Milik dicono quattro presenze (di cui solo due dall’inizio) e due reti. Bisogna aggrapparsi ai bomber, in modo da concretizzare al meglio le poche palle goal create durante i 90′ minuti. In attesa di un mister che scelga di agevolare la creazione di palle goal, ma questa è un’altra storia…