“Da trequartista a regista come me”, queste le parole espresse da Andrea Pirlo nei confronti di colui che sembra la nuova linfa di un centrocampo decimato, sia dal punto di di vista degli interpreti che delle stesse idee di gioco. Come titola un noto film, d’altronde, questo “non è un paese per vecchi”…
Un po’ per l’emergenza causata dalle assenze di Arthur e Rabiot, un po’ per le dimostrazioni date negli allenamenti di questa settimana, potrebbe essere giunto il turno di Nicolò Fagioli, il giovane classe 2001 che è diventato fonte di ispirazione per Pirlo. È proprio lui uno dei più papabili a partire titolare nella gara di lunedì sera contro il Crotone. Guai a pensare che si tratti del classico esordio in una partita già scritta, perché quella di domani è tutto fuorché un match dal risultato scontato. Fagioli è uno su cui il tecnico crede fortemente, una pedina capace di muovere la scacchiera bianconera grazie alla forza dell’entusiasmo e dell’estro, caratteristiche genetiche di un sangue giovane.
Senza Arthur, lo si è visto contro il Napoli e soprattutto con il Porto, sembra mancare inventiva. Il centrocampo bianconero lavora in fase di rottura, interdizione e filtro, ma fatica dannatamente a servire in velocità e/o con efficacia ali e punte. Con squadre che impostano il loro gioco sulla difensiva è fondamentale la presenza di qualcuno capace di rompere gli schemi, di verticalizzare usando l’inventiva. È vero, giocatori come Ramsey, Mc Kennie e Bentancur sono senz’altro più pronti, ma le loro caratteristiche sono lontane dalle peculiarità richieste da Pirlo, le stesse capaci di fare la differenza in partite come quella che attende la Juve. Il tecnico ne è convinto, forse proprio perché nel ventenne piacentino rivede se stesso agli albori di quel sogno chiamato calcio. Allora, dato che i giovani sono sognatori, perché non tentare? Si tratta solo di una possibilità, mischiata a qualche pizzico di rischio, questi sono gli ingredienti che servono… e Nicolò, passatemi il termine, ci casca a Fagioli!