Sarri si prende la sua rivincita sulla Juventus con una bella vittoria che lancia la Lazio in classifica
Un mese dopo dalla sconfitta maturata all’Olimpico con il gol di Mancini che allontanava la Juventus da una possibile rimonta europea, nello stesso stadio ad un mese di distanza i bianconeri tornano dalla capitale con un’altra sconfitta subita per mano della Lazio di Maurizio Sarri.
Stesso epilogo quindi per gli uomini di Allegri, guidati dal vice scudiero Landucci che non riescono a raccogliere punti che avrebbero permesso una seria e concreta possibilità di rientrare a preoccupare le contendenti al quarto posto.
Sconfitta meritata della Juventus che continua a difettare di personalità nelle partite che contano con le grandi del calcio italiano.
Ormai non può più essere un caso, i bianconeri sono riusciti a vincere contro le prime 8 della classe poche volte, raccogliendo bottino pieno negli scontri diretti solo contro l’Inter che sta dimostrando in questa stagione tutte le sue debolezze. Lo score dei bianconeri nei big match ci racconta che l’atteggiamento consueto della Juventus fatto di ripartenze con una difesa bassa e schiacciata che concede poco non è sufficiente per portare a casa la posta in palio contro squadre che interpretano la partita con intensità, abbinata alla qualità.
Perché la Lazio che sta meritatamente guadagnando una qualificazione in Champions League non è tecnicamente migliore della Juventus ma riesce ad abbinare il dinamismo al palleggio che insieme alla miglior difesa del torneo, stanno regalando alla squadra di Sarri un campionato da assoluta protagonista.
E la differenza tra i due stili di gioco si è vista nettamente nella partita di ieri, dove al netto di episodi arbitrali discutibili, la Lazio ha dominato la Juventus in lungo e in largo, meritando la vittoria finale.
Nel primo tempo soprattutto si è notata la maggiore fluidità di manovra e la qualità nelle giocate degli uomini biancocelesti che sotto la guida di un’esteta del bel gioco come Maurizio Sarri, hanno schiacciato la Juve nella propria trequarti. Solo un guizzo sugli sviluppi da corner di Bremer e il tap in di Rabiot hanno evitato lo svantaggio ad una Juventus che ha rischiato di andare sotto nel punteggio in svariate occasione.
Nella ripresa ci sono solo applausi per il gol di Zaccagni, innescato da una giocata da maestro di Luis Alberto che ha liberato l’ex giocatore del Verona con un colpo di tacco di assoluta genialità.
Poi la reazione di una squadra ferita che ha rischiato di sbandare e che per poco non riesce a riprendere la partita, ma i problemi nella Juventus restano dove se Di Maria non alza il livello delle proprie giocate, la produzione offensiva rimane latente.
Vlahovic sta diventando sempre più un mistero, poco assistito dai compagni e troppo spesso un corpo estraneo difficile da coinvolgere nella manovra offensiva. Qualche buon segnale si è visto con il cambio modulo e il conseguente passaggio al 4-3-3 con Chiesa molto pimpante nel suo ruolo naturale di esterno offensivo, Potrebbe essere questo lo sviluppo tattico della Juventus, il cui campionato verrà deciso dalla giustizia sportiva più che dai risultati sul campo con il -15 che potrebbe evolversi o cancellarsi dall’esito della sentenza del Collegio di Garanzia del 19 Aprile.
Quello che è certo è che la squadra deve dimostrare una maggiore personalità e un approccio diverso alle partite, se almeno nelle coppe si vuole pensare a togliersi qualche soddisfazione per rendere meno amara una stagione travagliata.