Si è chiuso il primo grado di giudizio del processo che vedeva fra gli imputati alcuni ultrà bianconeri per estorsione e violenza nei confronti della società. Una svolta storica per le indagini portate avanti dalla Digos, che hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora.
TORINO – Come riporta Nicola Balice nel suo articolo sul Corriere dello Sport, è stata emessa – al primo grado del processo Last Banner – una sentenza di condanna nei confronti di alcuni esponenti di spicco di un gruppo di tifoseria organizzata. Nello specifico si tratta di soggetti appartenenti all’orbita dei Drughi. Nel complesso sono arrivate sei condanne: 4 anni e 10 mesi per Gerardo Mocciola, detto “Nino”, ritenuto il ‘capobastone’ degli ultrà della curva sud, 3 anni e 3 mesi per Domenico Scarano (delfino del suddetto), 2 anni e 6 mesi per Sergio Genre, 2 anni e 4 mesi per Salvatore Cava, 1 anno e 6 mesi per Umberto Toia e 1 anno e 2 mesi per Giuseppe Franco. Sono stati assolti – per l’insussistenza del reato – Fabio D’Alonzo, Vincenzo Lioi, Massimo Toia, Luigi Valle e Corrado Vitale. La notizia è stata accolta con sollievo in casa bianconera. La Juventus potrà adesso ristabilire un rapporto sano con la tifoseria. Non c’è più spazio per il ricatto e la delinquenza, dunque, che per troppo tempo hanno ammorbato un’ambiente per certi versi troppo fragile.