IL VERDETTO – Inutile negarlo…La vittoria di Barcellona ha messo la Juventus in una posizione privilegiata. Basti pensare ad Atalanta e Lazio, che agli ottavi dovranno affrontare Real Madrid e Bayern Monaco. E che dire degli stessi catalani, che pagano il risultato del Camp Nou con una eliminatoria da fuoco contro il PSG? Il Porto a confronto sembra una passeggiata di salute. CR7 torna a casa, buon vino, avversario abbordabile ma di un certo fascino, forte ma decisamente meno forte dei bianconeri…insomma, un sorteggio per cui tutto sommato sorridere. Un buon sorteggio.
L’AVVERSARIO – Un sorteggio buono, abbiamo detto, ma occhio a chiamarlo felice. Il Porto agevole non lo è di certo. 13 punti conquistati nel girone, frutto di 4 vittorie, 1 pareggio e una sconfitta. Secondo posto nel girone dietro al Manchester City di Guardiola davanti a Olympiacos e Marseille. E se è vero che gli inglesi si sono imposti con una secca vittoria nella gara d’andata, al Dragao anche i campioni d’Inghilterra si sono dovuti accontentare dello 0 a 0. Poco male nelle fasi a gironi, ma nel girone eliminatorio ogni risultato che non sia la vittoria rischia di essere fatale. Sulla carta, la Juventus è senza discussione più forte e ha tutte le carte per portare a casa un doppio successo.
IL CONTO DEL BLASONE – Proprio la consapevolezza di essere più forti è il vero avversario da battere per la Vecchia Signora. Si, un ottavo di Champions non dovrebbe certo avere bisogno di incentivi di concentrazione o motivazione, e si, in casa bianconera la posizione ufficiale, espressa da Nedved e più che condivisibile, è che ogni avversario arrivati ad un certo livello sia ostico, abituando a grandi palcoscenici e per questo non facile da affrontare. La realtà però è che il fattore “blasone” in passato ha giocato brutti scherzi alla Juventus. E’ facile restare umili, giocare per la squadra, con voglia se l’avversario si chiama Barcellona e si parte con tutti gli sfavori del pronostico e con gli avversari in campo convinti di essere invincibili. Diverso è quando si ha sulle spalle la pressione di chi sa di dover vincere e si ha la consapevolezza di essere più forte. Ajax e Lione sono li ad insegnare che in Champions vince il gruppo. Che un tempo regalato può essere fatale. Che la supponenza si paga. Che bisogna fare i conti con il tempo che passa, la paura di non farcela, la palla che non entra. Che non c’è spazio per gli egoismi e l’individualità. Il Porto è un buon sorteggio. Toccherà a Pirlo e ai suoi ragazzi renderlo anche un sorteggio felice.
Eh beh