Il presidente della Juventus Andrea Agnelli si espresso così il 26 gennaio scorso riguardo la vicenda del calciatore Luis Suarez: «È stata gestita interamente dal direttore sportivo Fabio Paratici, che ha ampia delega nei limiti del budget assegnato. A lui compete la scelta in relazione all’ingaggio dei calciatori. Naturalmente mi informa in modo occasionale e casuale».
Queste le parole espresse davanti al procuratore di Perugia Raffaele Cantone e ai pubblici ministeri che indagano sull’esame “farsa”che doveva consentire al giocatore uruguaiano di ottenere la cittadinanza italiana, per poi approdare in bianconero. Il contraddittorio arriva però dal manager Maurizio Lombardo, che rivela: «Il 30 agosto 2020 prima di mandare la mail all’avvocato Zaldua ho provato a chiedere il nulla osta a Paratici. Lui nel messaggio di risposta mi ha scritto di mandarla prima al presidente Andrea Agnelli. Il presidente non mi ha mai risposto ma Paratici mi ha riferito che ci aveva parlato lui e che potevo procedere con l’invio all’avvocato Zaldua».
Paratici (come l’avvocato Luigi Chiappero) è indagato per false informazioni al pubblico ministero.
Agnelli ha poi testimoniato oltre sulla vicenda: «Nedved, il vice presidente, mi disse che il calciatore del Barcellona si era proposto con un sms per un ingaggio alla Juventus. All’inizio di settembre fu informato che l’ingaggio di Suarez era di difficile realizzazione perché era risultato che non aveva la cittadinanza comunitaria». I magistrati contestano al presidente della Juventus di aver ricevuto una mail con la proposta contrattuale per Suarez, Agnelli ha inizialmente smentito poi è tornato sui suoi passi ammettendo di averla ricevuta: «Lombardo mi fece presente di aver formulato la richiesta di tesseramento per verificare se si potesse inserire un calciatore nelle liste Champions anche successivamente alla scadenza fissata per i primi di ottobre (…) Suarez non poteva essere tesserato in tempo».
Per quanto riguarda le richieste di intervento dell’allora ministra Paola De Micheli sollecitate dallo staff della Juventus, Agnelli afferma: «Non mi ha sorpreso perché sono a conoscenza dei rapporti personali tra De Micheli e Paratici e trattandosi di una richiesta di informazioni sull’ufficio da contattare non mi è parso ci fosse nulla di strano».
Ci prova così il manager Lombardo a ricostruire come sia andata la faccenda: «Il 3 settembre Fabio Paratici mi invia un Sms recante il numero di telefono di una sua conoscente/amica di infanzia che è il ministro Paola De Micheli e mi invia altresì il documento del ministero dell’Interno che attestava in relazione alla pratica di cittadinanza di Suarez la mancanza della certificazione di lingua. A seguire mi chiama e mi spiega che il numero che mi ha mandato è quello di Paola. E mi invita a inviarle un WhatsApp con i documenti di Suarez che avevo ricevuto dall’avvocato del calciatore Ivan Zualda. Sicuramente allega il deposito della domanda di Suarez del gennaio 2019, però non mi dice nulla sul motivo per il quale devo mandare i documenti alla De Micheli nei io chiesi nulla. I messaggi con il ministro non li ho tenuti in memoria ma cancellati».
Ci sono ancora troppi nubi e poca luce su questa vicenda, ben poco di certo se non una cosa… La Juventus non può permettersi di permearsi di illegalità dovute da terzi che, agendo a scopo personale e senza il minimo senso del rispetto delle proprio ruolo, rischiano di compromettere una società, la sua storia e i suoi tifosi. Spazio alla verità e a nient’altro.