Le parole di Marchisio, in vista del big match di questo pomeriggio, alle 18:00, contro il Napoli
LE DICHIARAZIONI – Intervistato in esclusiva ai microfoni di Tuttosport, Claudio Marchisio parla dello spogliatoio bianconero e della gara con il Napoli. Di seguito, le sue parole.
Come si affrontano partite come Napoli–Juventus di questa sera: emergenza totale, uomini contati e circostanze complicate da un solo punto in due partite?
Dipende da ognuno di loro. Dalla concentrazione, dallo stare sul pezzo, dal carattere che riesci a mettere sulla partita. Al di là della condizione atletica, della tattica, della tecnica. Non devi sbagliarla a livello di testa e di cuore. Anche perché se perdi colpi, in situazioni del genere puoi anche prendere delle saponate storiche. Ma devi andare lì, compatto e convinto, senza pensare troppo
Allegri, in una situazione di questo genere, è un valore aggiunto con la sua calma?
Certamente! E’ uno che sa benissimo come rimettere in carreggiata tutti, amalgamare il gruppo e non pensare al calendario e a cosa è successo prima. Isolare la partita dal contesto. Non devono pensare al punto in classifica, solo al Napoli e a vincere
Ok, nessun pensiero all’unico punto in classifica, ma se poi alle 20.30 il punto in classifica è ancora uno? Scatta il panico?
No, non deve scattare. Ma siccome conosco l’Italia calcistica so che qualcun altro, il panico, lo instillerebbe. Processi, condanne, critiche feroci. Tuttavia alla Juventus sono abituati e saprebbero gestire la situazione che, senza ombra di dubbio, sarebbe complessa con un punto in tre partite. Poi bisogna capire come si perde. Per me l’importante è vedere la Juventus di Udine: dura e cinica, presente a se stessa. Voglio vedere quella partita
Domani è la prima grande partita di Locatelli con la Juventus . A proposito: dove lo vede in campo?
Manuel è una mezzala. Per me può anche stare davanti alla difesa, però più da filtro, da schermo, perché anche in Nazionale lo vedevo dare una mano a Jorginho, ma più in fase di interdizione che di costruzione. Quindi io lo vedo meglio come mezzala che entra negli spazi, si inserisce e conclude anche a rete, sfruttando le sue caratteristiche. Come Bentancur, peraltro. Perché lo spostamento davanti alla difesa nell’anno di Sarri gli ha forse impedito l’ultimo passaggio per diventare una grande mezzala, come aveva fatto intravedere l’anno precedente con Allegri
Resta il problema di chi sta, allora, davanti alla difesa. Arthur?
Ma si può anche giocare a due, anzi sono sicuro che Allegri ci abbia anche già pensato. Arthur può essere una soluzione, anche molto interessante, viste le qualità del giocatore, ma deve tornare ed essere subito disponibile e pronto a prendersi le chiavi della squadra. Quest’anno la Juventus non può aspettare nessuno, è troppo importante fare risultati
Può pesare per Locatelli il paragone con un certo Marchisio?
Ma no! Manuel si è già bruciato una volta con il Milan e ha avuto la forza e l’umiltà di ricominciare dal basso e da lì conquistarsi la Nazionale e ora la Juventus. Non credo che debba pensare ai paragoni con me o con altri, deve essere Locatelli e basta, stare dieci anni alla Juventus e ispirare altri ragazzi, come è capitato a me
Lei ha conosciuto Locatelli, come le è sembrato? E’ uno da Juventus, uno fatto della pasta del vecchio ciclo?
Come umanità e come grinta, sì. Ma non basta. Poi vai in campo e devi dimostrare altro e questa è una stagione complicata. Forse anche più complicata di quella con Pirlo l’anno scorso, quindi entra in un contesto non semplice, ma avrà grandi insegnanti come Chiellini e Bonucci. Però sono ottimista: Locatelli, così come Bernardeschi, Chiesa e magari anche Kean possono formare il nuovo zoccolo duro italiano che porti avanti la tradizione vincente. Le premesse ci sono