Le parole dell’ex giocatore della Juventus.
VARIARE – Massimo Mauro, intervistato in esclusiva da Il Corriere dello Sport, è tornato a parlare di VAR e di quanto accaduto in Juventus-Salernitana domenica scorsa. Il noto opinionista Tv ed ex calciatore di Juventus e Napoli è stato protagonista di una frase che ha fatto il giro del web: “Il Var è stato introdotto per punire la Juventus“. Questa potente affermazione – rilasciata a Pressing nell’immediato postpartita del discusso match tra bianconeri e campani – ha ovviamente scaturito molto polemiche, ma per Massimo Mauro resta questa la verità dei fatti:
“Il popolo anti-juventino ha sempre pensato, a torto o a ragione, non sta a me stabilirlo, che la Juventus vincesse perché aiutata dagli arbitri. Roma, Napoli, Firenze, Bologna, Milano su entrambe le sponde. L’introduzione del Var è stata voluta e accolta come la soluzione di tutti i mali e le malefatte bianconere, come un supremo atto di giustizia. Ma il senso del mio discorso era più ampio e articolato. Lo scudetto lo vince sempre la più forte, se la Juve ha perso gli ultimi due è soltanto perché è peggiorata notevolmente.
Sul Var:
“Io credo che sia giunto il momento, pur se in notevole ritardo, di adeguare il protocollo Var per rendere utile, e non dannoso come lo è oggi, l’aiuto tecnologico. Non scherzavo quando dicevo che l’arbitro che prende una decisione importante all’ultimo minuto ha le pulsazioni a 180. E con le pulsazioni a 180 non si ragiona bene. Poi arriva il coglione che sta seduto davanti a un video, coglione in generale, non mi riferisco a quello di Juve-Salernitana – non so nemmeno chi fosse – che segnala all’arbitro un fuorigioco inesistente, il gol viene annullato, il risultato falsato e va a finire che fanno tutti la figura dei cretini. Quello che è successo allo Stadium domenica scorsa ha affossato il Var. Il Var deve intervenire soltanto in caso di oggettività: la valutazione dell’arbitro presente a pochi metri dall’azione e che prende la decisione per lui più corretta, deve essere insindacabile. Ti faccio l’esempio di Orsato a Bologna: la sua scelta potrà anche essere opinabile, ma deve essere rispettata. Il dirigente che dopo la partita si presenta davanti alle telecamere e spara contro il direttore di gara ci sarà sempre, non lo potrà evitare nessuno, nemmeno Gesù Cristo. Se Nostro Signore arbitrasse una partita in Italia verrebbe comunque contestato, questo siamo da sempre, al di là dell’imbarbarimento degli ultimi anni. Qualcuno mi deve spiegare perché un soggetto davanti al video può permettersi di rompere i coglioni a chi sta in campo quando un episodio non presenta i caratteri dell’oggettività. Il fuorigioco di mezzo metro, il fallo da rosso non visto, e può succedere, in casi come questi si può intervenire da un locale asettico della Brianza. L’arbitro va aiutato, la sua figura difesa, tutelata. Lo strumento tecnologico deve essergli amico, non nemico. Amico soprattutto del calcio. Siamo nella giungla. Ricordi quando dicevate che il Var avrebbe ridotto proteste e risse in campo? L’altra sera a Torino c’erano 47 persone in campo…”.