I dissidi tra il dirigente e il tecnico
IL PUNTO – È ormai evidente a tutti che nella società bianconera si sono formate due correnti contrapposte. Per semplificare, le denominerò con gli hashtag che hanno avuto tanto successo su Twitter: gli #allegriout, capitanati da Pavel Nedved contro gli #allegriin, cioè lo stesso mister Allegri che (parole sue) pensa di essere la soluzione e non il problema. Nel mezzo ci sono tutti gli altri dirigenti a partire da Agnelli, i quali sono consapevoli di aver dato vita a un progetto fallimentare, ma hanno paura di incrementare le già elevate spese. Quei nove milioni di stipendio pesano come macigni sulle valutazioni delle alte sfere dirigenziali, come involontariamente testimoniato dalla battuta di Arrivabene prima di Juve-Lisbona. Nedved è l’unico a essersi imposto a favore dell’esonero del tecnico, ma ci sono poche possibilità che venga ascoltato dai suoi colleghi. Allegri continuerà a essere l’allenatore della Juventus, più per necessità che per fiducia, e questo potrebbe indurre il ceco alle dimissioni. I rapporti sono ai minimi storici, i dissidi irreparabili. Intanto la Juventus sta perdendo introiti a causa della desertificazione dell’Allianz Stadium, e (forse) introiti di una qualificazione agli ottavi di Champions. Tutto ciò per risparmiare sull’ingaggio di un nuovo allenatore. Dunque, tra gli #allegriout e gli #allegriin sembrano prevalere i secondi, con sommo dispiacere di un popolo che non ne può più di partite imbarazzanti e di catenacci improponibili dall’1-0 in poi. L’Allegri bis è destinato a proseguire…