Esordio in Champions League a dir poco proibitivo quello riservato alla Juventus questa sera al Parc Des Princes. Allegri, intanto, pensa già al Benfica…
Una notte che potrebbe dire tanto riguardo le ambizioni europee della Juventus di Massimiliano Allegri, impegnata nella trasferta complicatissima di Parigi al cospetto del PSG. Esordio che per i bianconeri arriva in un momento difficile, visto l’affollamento dell’infermeria (Kaio Jorge, Aké, Chiesa, Pogba, Szczesny, a cui si è aggiunto Di Marìa), ma anche a causa del momento poco felice della squadra, almeno per ciò che riguarda il gioco.
L’atteggiamento estremamente rinunciatario della Juve visto a Firenze risulta, oltre che preoccupante, fin troppo stucchevole per i tifosi. Il vantaggio iniziale di Milik sembra aver impaurito la squadra che si è vista raggiunta in poco tempo e che ha rischiato la debacle più volte a causa dell’abbassamento cronico del baricentro e della mancanza di idee tra i calciatori in campo. Le parole di Allegri nel post-gara in vista del PSG hanno scombussolato il mondo Juve, abituato a sentire ben altre parole, rispetto a ‘la vera partita da vincere è quella col Benfica‘. Si, il PSG è una squadra, almeno al momento, superiore a quella di Max e le previsioni dei bookmakers non vanno nella direzione di Torino, ma assumere un atteggiamento così arrendevole già 3 giorni prima della partita farebbe storcere il naso anche ai più ardui difensori del tecnico livornese.
Queste parole hanno svelato (a meno di bluff allegriano) l’obiettivo di squadra del match d’esordio in Champions: il pareggio. Pareggiare in terra francese in questo girone sarebbe un ottimo risultato, sia ben chiaro, ma la storia della Juventus obbliga i bianconeri (e soprattutto il suo allenatore) a pretendere il massimo dalla sfida: la vittoria. Una parola a cui ci si sta pericolosamente disabituando.