Fanno da tramite tra calciatori e dirigenti, rappresentano gli interessi del giocatore, il telefono è il loro migliore amico (sempre pronto a suonare). Da molti dirigenti sono temuti più del giudice sportivo. Da molti tifosi sono ostracizzati come il male assoluto. Sono in mezzo a noi e anche la Juventus sta facendo i conti con loro nelle ultime settimane. Sono i procuratori, croce e delizia del calcio moderno, artefici della buona o cattiva sorte dei loro assistiti. La dirigenza bianconera ha le idee chiare da molto tempo. Tagliare le spese ammazza-bilancio è il nuovo credo innestato in società. D’ora in poi la Juventus opererà soltanto investimenti sostenibili, non c’è procuratore che tenga. L’ultimo in ordine di tempo, Federico Pastorello, è stato prontamente rispedito al mittente quando nella giornata di ieri ha concluso con un nulla di fatto la trattativa per il rinnovo di Bernardeschi. Al Pastorello non è rimasto altro da fare che constatare il mancato accordo tra le parti a causa di una forbice troppo ampia tra i 4 milioni richiesti e i 2,5 offerti. La gara di Firenze di sabato prossimo sarà, dunque, l’ultima occasione per Bernardeschi di vestire la maglia bianconera.
La tenzone con i calciatori sul tema rinnovi, vera costante nel lavoro di gestione delle dinamiche di una società sportiva, ha comportato per Arrivabene e soci il maturare scelte sofferte ma necessarie alla ricostruzione. Per mesi abbiamo assistito, fino allo sfinimento, al tira e molla con Jorge Antun per il prolungamento di Paulo Dybala. Da fumate bianco-grigie e frequenti rinvii, si è passati attraverso i dubbi sull’effettiva validità della procura dell’agente e ai molteplici viaggi intercontinentali di Antun, nessuno dei quali foriero di sviluppi significativi delle operazioni. Poi l’esultanza polemica della Joya nel match con l’Udinese e la Juventus che fa dietrofront su una possibile proposta al ribasso, dando il ben servito a procuratore e assistito. Al Pastorello di cui sopra non è andata meglio sul fronte Arthur. Anche il brasiliano ha abbracciato la sua procura ma le chances di vedere il centrocampista proseguire sotto la Mole la propria carriera sono prossime allo zero. La sensazione è che i bianconeri metteranno alla porta Arthur, bocciato dal tecnico e mai a proprio agio a Torino.
Buona parte della rosa bianconera della stagione 2022/23 avrà la propria genesi nelle trattative con l’avvocato più famoso del momento, quella Rafaela Pimenta plenipotenziaria dell’impero Raiola è succeduta al super procuratore alla scomparsa di quest’ultimo. A giudicare dalle ultime indiscrezioni di mercato, è a un passo il ritorno di Pogba per il quale è già avvenuto un incontro con la Pimenta. La Juventus ha messo sul banco l’offerta di 7,5 più bonus, che farebbero arrivare l’ingaggio del francese a 10 netti a stagione. La palla passa al calciatore, chiamato a decidere sul proprio futuro. Ma gli assistiti di Raiola non si limitavano al Polpo. Ed ecco che il summit con il legale ha fatto chiarezza sulla volontà della società in merito alla permanenza di de Ligt, Kean e Pellegrini. Il difensore olandese prolungherà fino al 2025 con abbassamento del valore della clausola a 80 milioni. L’attaccante azzurro non ha soddisfatto le aspettative della Juventus e potrebbe tornare a Parigi. Non ancora delineato il prossimo futuro del terzino per il quale può aprirsi la strada di un nuovo prestito. Nella multiforme giungla dei procuratori non va dimenticato Davide Torchia, che ha occupato parte del suo tempo a spiegare le ragioni per le quali il sodalizio tra Rugani e la Juventus dovrebbe proseguire, salvo ripensamenti fulmine. La dirigenza bianconera valuterà il da farsi ma una cosa è certa. Districarsi nella fitta boscaglia degli agenti è impresa ardua. Occorre una buona bussola per non perdere l’orientamento e uno spirito d’adattamento tale da risalire la corrente o all’occorrenza lasciarsi trasportare da essa.