L’ex ad rossonero si esprime sul ritorno di Allegri sulla panchina della Juventus
LE DICHIARAZIONI – L’ex amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, oggi al Monza con Silvio Berlusconi, ha parlato della Juve e di Massimiliano Allegri. Ecco le sue parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport:
Il 27 maggio 2010 annunciava Allegri al Milan. Come lo convinse ad accettare?
In tutte le professioni credo sia fondamentale la gavetta. Esiste un percorso che segna le tappe: allenatore di C, di una serie B modesta, di una grande di B, di una medio piccola di A. infine della big come il Milan, Inter e Juve. Max ha seguito il cammino passo dopo passo, un itinerario di vita e di carriera: allena da quasi vent’anni, dalla C2 con l’Aglianese alla vittoria della C1 col Sassuolo. E poi dal Cagliari al Milan. Così diventa più facile vivere una professione
Perchè scelse proprio lui?
Tra il 2008 e il 2010 con il Milan di Ancelotti prima e Leonardo dopo giochiamo a Cagliari e incontro Max mentre dall’interno dello stadio usciamo verso il campo. Gli dico e glielo ripeto l’anno dopo: “Lei ha il physique du role dell’allenatore del Milan”. Aveva tutto, conoscenze tecniche, tattiche e sì, anche l’aspetto estetico. Conta tutto quando devi allenare al top. Quando Leo lascia lo chiamo. Cellino fu molto carino a liberarlo subito per noi
Quale fu il primo pensiero di Silvio Berlusconi su Allegri?
Come vogliono le regole della casa lo portai ad Arcore, il presidente lo vide e mi dette l’ok. Il via libera fu ottenuto esattamente in un pranzo a tre il giorno della finale Champions tra Inter e Bayern Monaco
Allegri ha vinto uno scudetto e una Supercoppa Italiana al Milan. Cosa ne pensa oggi?
In realtà le squadre di Max avevano una grande vocazione internazionale: per quattro anni consecutivi il Milan si qualificò per gli ottavi di finale Champions. E nel 2012-2013 fece un miracolo sportivo con la conquista del terzo posto a Siena, all’ultima giornata: era il primo Milan senza il gruppo dei senatori e senza Ibrahimovic e Thiago Silva, due che ancora oggi fanno la differenza
L’esperienza al Milan è stata utile per vincere alla Juve, secondo lei?
Assolutamente. Sono stati anni prodromici ai cinque scudetti e alle 4 Coppa Italia con la Juventus. E anche alle due finali di Champions, non a caso la Juve non le ha più rifatte. Giocare una finale è un obiettivo, vincerle un altro ancora. Arrivarci è un traguardo, il mondo ti osserva. Ed è stato battuto solo da Real e Barcellona
Ogni tanto vi sentite?
Da quando le nostre strade al Milan si sono separate sono trascorsi più di sette anni ma il rapporto tra noi resta quasi quotidiano, ci vediamo e ci sentiamo. Le valutazioni tecniche prescindono anche dall’amicizia. Abbiamo cenato insieme miliardi di volte, abbiamo tanti punti di contatto, passioni simili. Ci legano il basket e il tifo per l’Armani e altre affinità elettive…