Le parole del primogenito dell’ex portiere della Juventus.
AFFETTO – Stefano Tacconi, dopo l’emorragia cerebrale che lo ha colpito qualche giorno fa, è ricoverato in ospedale ad Alessandria dal 23 aprile. Andrea Tacconi, figlio primogenito che si trovava con lui quando il padre si è sentito male, ha parlato ai microfoni di Tuttosport. Di seguito le sue parole:
Sulle manifestazioni d’affetto del popolo bianconero:
“Sono rimasto colpito dalle tante manifestazioni d’affetto, non me lo aspettavo. Mi ha chiamato il mondo: non solo dall’Italia, ma pure da Stati Uniti e Giappone. Gli juventini hanno sempre amato papà. Glielo dirò quando si sveglierà: gli farà piacere perché l’affetto è reciproco”.
Sui messaggi di ex compagni e colleghi:
“Mi hanno chiamato tra gli altri Schillaci, Torricelli, Zenga, Maldini. È rimasto nel cuore della gente, pure di interisti e milanisti. Vuol dire che ha lasciato un segno positivo nel calcio, apprezzato per la sua simpatia”.
Sull’affetto dei tifosi:
“Il 13 maggio è il compleanno di papà e gruppi di tifosi vogliono venire qui, fuori dall’ospedale, per stargli vicino. Spero che sia già sveglio e possa sentirli. Poi sono in contatto con tanti Juve Club – del Nord ma soprattutto del Sud – che vogliono organizzare una festa quando sarà dimesso”.
Sulla famiglia:
“Questi momenti ti uniscono ancora di più. Non ho avuto neppure il tempo di spaventarmi, è successo tutto così in fretta. Prima il mal di testa, poi la caduta a terra. Io ho cercato di aiutarlo, ho urlato che chiamassero i soccorsi. Avevo l’adrenalina a ventimila, ero preoccupato per il respiro, d’istinto l’ho girato su un fianco”.