Una partita bloccata e sofferta ma che vale tre punti preziosi per la Juventus di Allegri che mette a segno la quarta vittoria consecutiva in campionato e si porta a tre lunghezze dall’Inter, prossima avversaria in Serie A. Gli infortuni e i rientri tardivi dalle Nazionali complicano la vita al tecnico bianconero che è costretto a disegnare un 11 nuovo, votato al contenimento e al sacrificio. Analizziamo le principali chiavi tattiche dell’incontro.
ATTENDERE E RIPARTIRE – La Juventus torna compatta, granitica dietro, ritrovando quel gusto, quella “gioia del difendere” ricercato da mister Allegri. Le prime uscite stagionali avevano mostrato tutte le fragilità difensive di una squadra poco propensa al sacrificio arretrato. Le ultime gare hanno, invece, fatto vedere un gruppo capace di raddrizzare il tiro e conformarsi ai dettami tattici dell’allenatore. Allegri si era pronunciato in termini di rabbia quasi esclusivamente per la poca solidità dimostrata dalla squadra, ma la partita con la Roma ha fatto registrare l’assestamento delle incertezze dell’esordio sui binari di un un più compiuto intento collettivo. In altre parole, si è vista in campo una squadra che non ha vergogna di rinunciare a mantenere il pallino del gioco, di attendere l’avversario, di abbassare notevolmente il baricentro per assicurarsi maggiore copertura per vie centrali. L’aver trovato il gol dopo pochi minuti dal calcio d’inizio ha accentuato tale tendenza dei bianconeri, ancor più bassi e accorti nel proteggere il risultato senza curarsi di proporre gioco. Il gol di Kean è sintomatico dell’unico copione tattico recitato dagli interpreti di Allegri e merita, per questo una doppia slide di approfondimento. Contro una Roma che non esasperava il pressing alto, la Juventus ha cercato di occupare il campo in ampiezza. Nell’immagine che segue si nota come le azioni bianconere transitassero dai piedi dei due laterali, alternativamente impegnati nella spinta offensiva o nel ripiegamento arretrato. I cambi di gioco hanno fatto la differenza: il numero 11 Cuadrado pesca dalla parte opposta il numero 2 De Sciglio molto alto nel dare respiro alla manovra.
SCHEMA – De Sciglio ha ricevuto il suggerimento dell’esterno colombiano, ha aggirato l’intervento del diretto marcatore per poi confezionare una pennellata a rientrare sul secondo palo prontamente raccolta dai compagni. Degno di nota il massiccio inserimento in quella mattonella dell’area di rigore. La slide che segue rende ben esplicito il concetto. Il cross del numero 2 è delizioso (vedi traiettoria in blu). In tre attaccano proprio il secondo palo: il numero 7 Kean, poi fortunato nella deviazione di testa; il numero 30 Bentancur, abile nel taglio che si rivelerà vincente; il numero 11 Cuadrado, fiondatosi in area nel tentativo di concludere l’azione principiata dal suo cambio di gioco. Un così pronto inserimento di maglie bianconere, per beneficiare dell’invito dalla fascia opposta, lascerebbe pensare ad uno schema approntato in allenamento. Non era raro che tra le soluzioni della Juventus del quinquennio di Allegri vi fosse il repentino cambio di gioco finalizzato dal taglio in area vincente.
AMPIEZZA – L’andamento lento della gara ha offerto pochissimi altri spunti per una lettura tattica dell’incontro. Un’azione bianconera del secondo tempo è però indicativa di quanto affermato finora. La Juventus ha faticato a trovare gli spazi per vie centrali. Gli unici sbocchi che hanno permesso alla Vecchia Signora di confezionare (rarissime) sortite offensive. La partita opaca di Chiesa, è figlia di una monotonia tattica che non ha consentito all’ex viola di essere innescato in campo aperto. Sarà, invece, l’altro Federico, Bernardeschi, a rendersi protagonista di un gesto tecnico che farà sussultare gli animi ovattati di un match rinunciatario. Chiesa viene servito (e chiuso) centralmente. Il numero 22 è così costretto ad allargare il gioco sulla propria sinistra dove si propone un inesauribile De Sciglio. Altro cross del numero 2 con i tempi giusti per il pronto inserimento a centro area di Bernardeschi. Rovesciata del numero 20 con Rui Patricio che non riesce a trattenere e Moise Kean poco lucido nel tap-in che avrebbe portato la Juventus sul 2-0. E’ stata una squadra molto allegriana quella scesa in campo ieri sera all’Allianz Stadium. Sarebbe interessante capire se tale atteggiamento sia da ascrivere all’emergenza in attacco e alle tante assenze pesanti, o ad un preciso atteggiamento tattico perseguito dal tecnico livornese come obiettivo di lunga data, mancato ad inizio stagione e ora, in via di perfezionamento. Il giudizio è sospeso e rimandato a quando Allegri potrà avere le pedine chiave dell’attacco pienamente a disposizione.