Massimo risultato con uno sforzo più che minimo. La Juventus archivia la pratica Spezia con la rete di Morata. Analizziamo i principali spunti tattici nella consueta rubrica del giorno dopo.
PRIMO TEMPO SPRINT – L’emergenza infortuni limita ancora una volta le scelte di formazione di mister Allegri. La Juventus si affida al ritrovato Rugani al fianco di de Ligt con Danilo e Pellegrini a completare la linea di difesa. Centrocampo obbligato con Arthùr in cabina di regia e Locatelli e Rabiot mezze ali. Davanti tridente con Cuadrado, Morata e Vlahovic. Gli ospiti si dispongono a specchio: il 4-3-3 di Thiago Motta prende vita con Agudelo abbassato a fare la mezz’ala e Manaj unica punta. Gyasi e Verde completano il reparto avanzato. Gli schieramenti di partenza vengono modificati con il passare dei minuti. La squadra di Allegri utilizza un 3-5-2 in fase di possesso con Pellegrini che si alza e Cuadrado più arretrato sulla linea dei centrocampisti. Lo Spezia attacca con il 4-2-3-1: Agudelo opera da trequartista centrale. I primi 45 minuti raccontano di una Juventus che cerca la conduzione del gioco mentre gli avversari provano a ripartire in contropiede. La difesa attenta degli ospiti mette in grande difficoltà le due punte, che provano a scardinare la retroguardia spezzina con i movimenti a incrociare. La squadra di Thiago Motta riesce a concedere pochissimi spazi nella propria trequarti e Arthùr, ieri regista basso muove la palla più in orizzontale che in verticale. Il giro palla non è veloce, il ritmo non si alza. Sarà soltanto un errore di Provedel dopo venti minuti a fornire agli uomini di Allegri l’assist giusto per l’azione vincente: Rugani recupera il passaggio del portiere spezzino e serve Vlahovic, pallone per Locatelli che trova di prima intenzione Morata lucido a battere Provedel in uscita. Il vantaggio dà fiducia alla Juventus che comincia ad allargare il gioco e a insistere in ampiezza. Le folate di Cuadrado e quelle più rare di Pellegrini concorrono a stabilire una certa supremazia territoriale dei padroni di casa. Lo spunto tattico più interessante viene dalla posizione di Locatelli. Il lavoro dell’ex Sassuolo da mezz’ala lo libera da una parte importante di compiti difensivi. Così Manuel ha possibilità di svariare da destra a sinistra e viceversa e cercare l’inserimento dietro le punte, non dovendo più assolvere al ruolo di regista interpretato da Arthùr. La poca precisione nell’ultimo passaggio rende meno efficace questa impostazione tattica.
CORTISSIMO MUSO – La vivacità del primo tempo svanisce nella ripresa. Lo Spezia riesce a ribaltare l’inerzia della gara e a fare la partita con un approccio completamente diverso. Gli uomini di Thiago Motta prendono il sopravvento mediante un pressing intelligente e forsennato. Il baricentro basso della Juventus, vera costante della stagione, agevola il compito ad un avversario che sa come disinnescare il centrocampo di Madama. La pressione uomo contro uomo costringe i bianconeri a lanciare lungo per le punte scavalcando la mediana. Morata viene incontro e Vlahovic cerca la profondità: così gli uomini d’attacco della Juve si spartiscono i ruoli. La marcatura dei difensori avversari è però puntuale e mai gli attaccanti riescono ad eluderla. La manovra spezzina è fluida e porta al tiro molti uomini. Le chiusure di Szczesny varranno quanto il gol del raddoppio. L’ingresso di Bernardeschi e Kean non migliora un finale di enorme sofferenza: il primo era diffidato e si fa ammonire dopo pochi minuti; il secondo tocca pochissimi palloni e non incide. I limiti tecnici dei calciatori avversari salvano la Juventus da un risultato che poteva essere nefasto. L’infermeria piena e la stanchezza degli impegni ravvicinati non possono essere la giustificazione ad un così vistoso calo di intensità e concentrazione. La gestione delle gare dei bianconeri non può passare attraverso estesi periodi di blackout da superare con fatica e fortuna. La manovra deve essere condotta con più velocità e con il dinamismo dei movimenti senza palla sui quali Allegri è chiamato a lavorare. La squadra può ora godere di qualche giorno di tregua prima di rituffarsi nella nuova staffetta di gare ogni tre giorni, Sampdoria prima e Villarreal poi.