Prima vittoria in campionato per gli uomini di Allegri. Un 3-2 in rimonta su un campo difficile contro una squadra ben organizzata quale lo Spezia di Thiago Motta. Analizziamo le chiavi tattiche della gara nella rubrica di Mondobianconero.
PASSI INDIETRO – Rispetto alle prestazioni di Malmoe e con il Milan, la Juventus scesa in campo ieri sera è apparsa poco brillante e confusionaria, incapace di assicurarsi il controllo del gioco e della partita. Il giro palla fluido delle ultime uscite stagionali è stato oggi lento, macchinoso e votato al retropassaggio. I bianconeri di Allegri hanno faticato a far arrivare il pallone alle punte. Sterile il pressing, quasi nullo l’apporto dei centrocampisti nel primo tempo. Le uniche azioni degne di nota sono quelle costruite da Leonardo Bonucci che con il solito lancio di 40 metri aveva l’ingrato compito di scavalcare la mediana e rifornire di palloni (non sempre giocabili) le punte. Impalpabile la presenza di De Sciglio. Imprecise le giocate di Rabiot davanti al terzino italiano. La rete che sblocca la gara viene da un suggerimento di Bonucci che imbecca Rabiot: torre per Kean (n°7 rosso nella foto) che stoppa in area, si aggiusta la palla e fa partire il destro a fil di palo con il quale batte Zoet.
GIOCATA DIFFICILE – La squadra di Allegri è stata ferma per lunghe fasi della gara, costringendo Dybala e Chiesa a ricevere palla molto lontano dalla porta. Il numero 10 arretrava spesso sulla linea dei centrocampisti per dare alla mediana la possibilità dello scarico del pallone. In foto solo uno dei tanti momenti nel quale è bene esplicito l’arretramento di almeno 20-30 metri del raggio d’azione della Joya. Discorso analogo per Federico Chiesa. L’ex Fiorentina è stato invitato alla giocata complicata e rischiosa, dovendo gestire palloni sporchi nella parte bassa del versante destro bianconero. Chiesa ha stretto amicizia, soprattutto nella prima frazione di gioco, con una zona del campo per lui non così abituale con il risultato di essere pressoché totalmente disinnescato.
LA SVOLTA – Dopo aver subito lo svantaggio, e forse pressati proprio dall’esigenza di pervenire quantomeno al pareggio, i calciatori della Juventus hanno cominciato a tirare di più in porta. Dybala ha avanzato il proprio baricentro, giungendo con maggiore frequenza alla conclusione insidiosa con il sinistro. Ancora una volta, come già avvenuto una miriade di volte l’anno scorso, l’elettricità di Federico Chiesa ha letteralmente svoltato una Juve a tratti apatica e povera di idee. A determinare la svolta è stata la posizione del campione d’Europa azzurro. Da essere servito male e troppo schiacciato nel 3-5-2, nel secondo tempo Federico ha preso a svariare sul versante offensivo. Degne di nota le sue incursioni per vie centrali, favorite anche dall’ingresso di Bernardeschi che ha presidiato la fascia esterna con maggiore personalità. Lo Spezia ha faticato a leggere i suoi continui smarcamenti in orizzontale, che conferivano imprevedibilità alle fin troppo ordinarie giocate della Vecchia Signora. Ha fatto la differenza anche l’impegno impeccabile del numero 22 nel pressing. L’aggressione dell’avversario era portata avanti con continuità e convinzione. Quando c’era da invitare i compagni alla partecipazione attiva, Chiesa si faceva capo popolo nel ruolo che prima era di Ronaldo. In questo modo la Juventus ha recuperato tanti palloni in avanti, come anche nella stessa azione del 2-2: in basso a sinistra nella foto seguente, la pressione di Chiesa mette in difficoltà Verde che si fa soffiare la palla. Dopo le strigliate di Allegri, si è visto un Federico leader, capace di imprimere il ritmo giusto alla gara e di deciderla con la sua presenza nel vivo del gioco. Se si sono registrate tante cose da migliorare, la nota felice è l’aver avuto conferme da de Ligt e Chiesa, imprescindibili per questa Juventus.