I bianconeri tornano alla vittoria e si rialzano dopo la cocente delusione europea. La Salernitana è battuta 2-0 grazie ad un gran primo tempo che basta alla Vecchia Signora per portare a casa i tre punti. Analizziamo le principali indicazioni tattiche dell’incontro nella nostra rubrica del giorno dopo.
DOMINIO – La Juventus ritrova Chiellini e Dybala nel 4-4-2 ibrido disegnato da mister Allegri nella gara dii ieri pomeriggio. A centrocampo l’assenza di Locatelli viene sopperita da Danilo, nelle vesti non inedite di interno della mediana. La Salernitana risponde con il 4-2-3-1 con Djuric unica punta, supportato alle sue spalle dal tridente Perotti, Bonazzoli, Zortea. La squadra di Allegri approccia alla gara con il piglio di chi farà la partita. Lo si nota fin dalle prime battute, i padroni di casa conducono il gioco ed impongono un ritmo sostenuto al match. La manovra appare molto fluida e al contempo equilibrata grazie alla posizione di Danilo che modifica la ripartizione dei compiti tra i centrocampisti. Se nelle precedenti uscite era Arthùr a occuparsi delle mansioni di regista basso, ieri è stato l’ex Porto ad assicurare copertura delle linee di passaggio degli attaccanti campani mentre il brasiliano era libero di avanzare il proprio raggio d’azione e di raccordare centrocampo e attacco. Un suo movimento genera l’azione che sblocca la partita: Cuadrado imbecca Vlahovic in area, passaggio per Dybala che arriva di gran carriera, sterza e batte Sepe con la conclusione mancina sul primo palo. Positiva la prova degli esterni: De Sciglio e Cuadrado hanno saputo dare ampiezza e imprevedibilità ad una fascia destra che si è, poi, rivelata decisiva per l’andamento dell’incontro. De Sciglio in particolare ha giovato dei movimenti a rientrare di un Dybala sugli scudi e ha potuto dare alla fase di possesso notevole spinta. La rete del 2-0 viene da una sua sovrapposizione sulla destra: traversone coi giri giusti per Vlahovic che trova la porta di testa e torna al gol dopo due partite a secco. Il serbo ha costituito il terminale offensivo più alto con Dybala defilato e pronto a rientrare per cercare il sinistro. I due attaccanti si completano ed integrano alla perfezione e la partita della Juventus ne beneficia senza ombra di dubbio.
STANCHEZZA – Il secondo tempo racconta del consueto calo, stavolta talmente vistoso da chiamare in causa Szczesny per neutralizzare alcune buone occasioni degli uomini di Nicola. Gli ospiti alzano il baricentro e chiamano a partecipare all’azione molti più uomini, a rischio di sbilanciarsi. La Juventus abbassa i ritmi ed avvia una gestione compassata della gara col possesso palla. Il riversarsi in avanti della Salernitana concederebbe ai bianconeri tanto spazio da poter attaccare in ripartenza. Tuttavia, gli uomini di Allegri non spingono come nei primi 45 minuti e disputano una seconda parte di gara anonima. Vlahovic rimane il più vivo, ma agirà troppo isolato, mai davvero supportato dai compagni. La squadra di casa comincia a perdere palloni banali e la pressione ospite portata con i terzini, riuscirà a liberare al tiro da fuori molti calciatori di Nicola he ha provato a cambiare la partita con le sostituzioni. Allegri ha risposto con l’ingresso di Morata a rilevare Dybala dopo circa sessanta minuti di partita. Lo spagnolo entra malissimo nel match, forse preoccupato dall’eventuale ammonizione che gli avrebbe fatto saltare l’Inter. Nel finale, scampoli di partita anche per Kean e Miretti tramite i quali Allegri passa al 4-3-3, modulo con il quale la Juve conclude il match. La stanchezza, conseguenza delle fatiche di coppa, si è palesata in tutta la sua evidenza e ha rischiato di compromettere un incontro che i bianconeri non avevano mai messo in discussione nel primo tempo. Ora la sosta per ricaricare le pile completamente prive di energia, poi l’Inter da affrontare con la massima carica e un finale di stagione tutto da scrivere.