La Juventus si aggiudica l’anticipo della quindicesima giornata e nella serata di Salerno batte per due reti a zero la squadra di Colantuono. Il nuovo appuntamento con la rubrica tattica ci mostra alcune chiavi di lettura del match.
PALLA AL 10 – Mentre le vicissitudini fuori dal campo fanno tremare l’ambiente bianconero, allo stadio Arechi di Salerno la Juventus agguanta tre punti preziosi per ritrovare morale e serenità. Chi si aspettava un successo senza troppi intoppi si sarà però già ricreduto. La squadra di Allegri è si più propositiva, ma gli uomini di Colantuono hanno saputo creare apprensione alla retroguardia ospite soprattutto dopo il vantaggio bianconero, quando qualche certezza è venuta meno e la solita squadra distratta ed evanescente ha vacillato sotto le fiammate dei campani. Il primo tempo è stato ampiamente dominato dalla Juventus che ha preso in mano il pallino del gioco e, seppur senza produrre una mole elevata di occasioni da rete, i bianconeri (ieri sera in blu e giallo), hanno fatto valere la netta differenza tecnica. Il 5-3-2 molto basso della Salernitana ha favorito un approccio più spregiudicato degli uomini di Allegri, schieratisi con un 4-2-3-1 i cui terzini avevano totale licenza di spinta. Proprio la partita di Cuadrado e Pellegrini può essere considerata una cartina al tornasole della prestazione degli interpreti delle fasce: il colombiano no ha disdegnato di spingere, saltare l’uomo e fornire palloni interessanti in mezzo; l’italiano ha disputato una gara volenterosa facendosi preferire al collega del lato mancino Bernardeschi. Ma il copione tattico dell’incontro non poteva prescindere dalle iniziative di Paulo Dybala, il tuttocampista del tecnico livornese, ieri sera particolarmente ispirato. L’argentino ha mostrato buona intesa con Kulusevski e, a differenza di altre partite, il fraseggio tra i due mancini è stato più fluido ed efficace. Da una combinazione tra il numero 44 e il numero 10, come mostra l’immagine seguente, nasce il gol che sblocca match: Dybala porta palla nella trequarti avversaria, chiede ed ottiene l’uno-due con lo svedese e poi scarica in porta un gran sinistro sul quale Belec non può nulla.

FRAGILITA’ – La ripresa ha visto gli uomini di Allegri soffrire le iniziative, tutto sommato leggibili, della Salernitana. Nella testa dei bianconeri è come subentrato il timore di poter dissipare quanto di buono fatto vedere nei primi 45′. Nella testa degli addetti ai lavori, invece, la sensazione che la Juventus potesse subire la beffa da un momento all’altro. Per due volte i padroni di casa hanno sfiorato il pari, mettendo in difficoltà gli avversari dal lato sinistro. La slide successiva ricostruisce la più nitida occasione dei campani: Veseli (il calciatore in possesso del pallone) fa partire un cross invitante; la palla giunge dalle parti di Chiellini e s’impenna per poi schizzare dall’altro lato dell’area; Ranieri, dimenticato da Cuadrado, è lasciato libero di battere a rete con una conclusione che si stamperà sul palo. E’ il minuto 58′, la partita è ancora lunga e la Juventus si mostra fragile e scoperta. Ci penserà poi il subentrato Morata a firmare il raddoppio al 70′ regalando un finale di partita tranquillo ai suoi compagni. Nonostante la vittoria, la Juventus non si è scrollata di dosso i soliti problemi che le hanno impedito di macinare punti nelle precedenti uscite. Anche quando la squadra di Allegri riesce ad avere un certo dominio territoriale, risulta essere poco incisiva e cattiva lì davanti, prestando il fianco all’occasione avversaria che può far crollare tutto. I punti dai quali ripartire sono un Dybala trascinatore con 9 conclusioni sue sulle 18 totali della Juventus, un Morata che ha ritrovato il feeling con il gol e una certa sintonia tra Locatelli e Bentancur (anche per quel che riguarda gli scambi con e senza palla). Tutto il resto è ampiamente rivedibile.
