La Juventus di Allegri si aggiudica la stracittadina della Mole con una rete nei minuti finali di Manuel Locatelli. I granata di Juric hanno messo in grande difficoltà i bianconeri che nel corso del primo tempo hanno faticato a trovare spazi e tempi per manovrare. Analizziamo la gara da un punto di vista squisitamente tattico.
PRESSIONE GRANATA – Il derby si è rivelato essere una grana più rognosa del solito. Che sarebbe stata battaglia, era ampiamente pronosticabile. Ma l’assetto tattico del Torino ha imbrigliato a tal punto idee e movimenti degli uomini di Allegri che già il dato del possesso palla è eloquente delle difficoltà del primo tempo. I bianconeri hanno avuto appena il 39% di possesso palla ed un baricentro notevolmente basso, più basso delle ultime uscite. Quasi mai la Juventus è riuscita a portar palla nella metà campo avversaria. Puntuale e coriaceo il pressing degli uomini di Juric, capace di schermare Locatelli con una marcatura strettissima ad uomo e di disinnescare le velleità offensive dei terzini bianconeri mediante la gara attenta di Singo e Lukic, abili nell’arginare la corsia mancina Alex Sandro-Rabiot. Le iniziative della Juventus si limitavano alla palla in profondità per mettere in moto Moise Kean. L’attaccante ha fatto vedere qualche buono spunto soltanto quando riusciva a ricavarsi degli spazi sull’esterno. Il talento azzurro si è, infatti, dimostrato poco a suo agio nel lavoro spalle alla porta per vie centrali. In tal senso Bremer ha prevalso sotto ogni aspetto, dal fisico al senso della posizione.
LA SVOLTA – L’uscita di un Kean evanescente per un più esperto Cuadrado ha impresso alla gara di Madama il cambio di passo necessario ad afferrare il timone del match. Il possesso palla è cresciuto fin quasi a raddoppiare rispetto alla prima frazione di gioco (67%). I centrocampisti bianconeri hanno giovato dei movimenti degli esterni, vera svolta tattica della partita. Il cambio Cuadrado-Kean ha permesso alla Juventus di occupare meglio il campo e di aggiungere imprevedibilità e dinamismo negli ultimi trenta metri. L’ingresso del colombiano ha modificato l’assetto in un 3-5-2 caratterizzato dal massiccio apporto degli uomini di fascia, come si può ben notare nella slide che segue. I frequentissimi scambi di posizione tra esterni ed interni di centrocampo hanno messo in grossa difficoltà il Torino che non riusciva più ad uscire dalla propria metà campo. Alex Sandro e Cuadrado, i quinti in fase di possesso, garantivano ampiezza e attacco sul fondo. Ma, ed è qui la differenza sostanziale, erano bravi anche a entrare dentro al campo. Nell’immagine che segue Alex Sandro (n°12) tagliava all’interno per raccogliere il passaggio di prima intenzione del numero 20 (e non trenta, come nella foto) Bernardeschi e manovrare per Rabiot e McKennie. Questi ultimi si aprivano per compensare i loro movimenti. Nell’azione che vi propongo, il francese numero 25 prendeva la posizione del terzino brasiliano per garantire un’ulteriore soluzione di passaggio. Ciò che il numero 12 faceva dalla parte mancina, Cuadrado lo praticava dalla fascia opposta. La Juve ha così guadagnato metri e presidiato con maggiore continuità gli spazi.
SOVRAPPOSIZIONE – Il gol di Locatelli nel finale è figlio di una ritrovata capacità di palleggio e di una crescita importante. Un baricentro più alto e una manovra più fluida hanno liberato al tiro l’ex Sassuolo che ha risolto la stracittadina con un bel destro a giro dal limite. Frenato dalla gabbia di maglie granata nel primo tempo, il numero 27 ha beneficiato della proposizione offensiva degli uomini di Allegri nella ripresa, risultando più brillante e volitivo. Prima della rete che decide l’incontro, Locatelli ha avuto modo di concludere da una simile posizione sfruttando gli scambi sopracitati degli esterni: Alex Sandro si fa trovare in una posizione da centrocampista mentre Danilo è ancora più stretto rispetto al solito; Locatelli serve in maniera semplice Rabiot, senza che nessuno accorci su di lui; l’azione evolve e Manuel va al tiro che finisce sulla traversa. L’ibrida posizione di Alex Sandro ha reso possibile anche lo sviluppo di interessanti azioni, la cui qualità è transitata dai piedi di un Kulusevski entrato bene a gara in corso. Nella slide successiva, è proprio lo svedese con il numero 44 a lavorare spalle alla porta e a trovare il corridoio giusto, quello alla sua destra, per innescare la corsa del brasiliano. Sandro è, poi bravo a mettere in mezzo per Rabiot che si è trovato da solo davanti a Milinkovic Savic. Nonostante un inizio altalenante, Allegri ha sistemato la sua Juventus nel prosieguo della partita, approntando un accorgimento tattico sul quale è bene continuare a lavorare.