Cade ancora la Juventus di Allegri. E’ il Napoli a sorridere nel finale di gara quando i partenopei acciuffano i tre punti che rimarcano il percorso netto della squadra di Spalletti: tre vittorie su altrettante partite. Per i bianconeri è notte fionda: un solo punto nelle prime tre uscite in Serie A. Vediamo alcuni momenti chiave della gara.
SOLIDITA’ EFFIMERA – La Juventus approccia alla gara nel migliore dei modi. Nonostante le molte assenze negli uomini chiave, i bianconeri sono sembrati nella prima frazione di gara squadra unita e compatta. Allegriana, dunque. Delle tre Juventus viste in questo inizio di campionato, quella di stasera è forse quella che ha fornito la prestazione, nel complesso, migliore. Ed è anche per questo motivo che, per citare il tecnico livornese, cresce il rammarico. Stupisce il modo in cui è maturata la sconfitta, la seconda stagionale, dopo il tracollo casalingo con l’Empoli. Il 4-4-1-1 disegnato da Allegri, un po’ per sopperire alle assenze di otto titolari, un po’ per ingabbiare la manovra di un Napoli, che ha faticato a trovare gli spazi. Se la fase difensiva dei bianconeri nel primo tempo è stata più che solida, la squadra di Allegri ha mostrato buone cose anche in fase di possesso. Il palleggio da dietro passava dai piedi di un Locatelli bravo ad imbeccare i compagni. Il numero 27 è stato lasciato colpevolmente libero di ricevere. Il pressing avversario era eluso con grande facilità e la manovra della vecchia Signora ne ha beneficiato. Le sortite offensive del numero 14 McKennie, sempre pronto a garantire una partecipazione attiva alla fase di possesso, e gli inserimenti di Kulusevski nel versante sinistro hanno creato più di un rompicapo alla difesa di casa. Le verticalizzazioni di Locatelli scrivevano un copione tattico che sembrava, per i bianconeri, risolutivo di una gara fatta non soltanto di contenimento. Ottimo il lavoro di Morata: il centravanti spagnolo ha navigato sulla linea del fuorigioco, mettendo in difficoltà i difensori avversari con il pressing e il dinamismo che lo contraddistinguono. La rete che sblocca la gara deriva dal suo attento seguire il disimpegno avversario.
LA SVOLTA – Le prime avvisaglie di come Spalletti avrebbe potuto stroncare sul nascere le iniziative bianconere si erano, a ben vedere, palesate anche nel primo tempo. Nei primi 7-8 minuti di gara, il tecnico del Napoli aveva ingabbia to Locatelli con una costante marcatura a uomo. Una volta Ruiz, una volta l’ultimo arrivato Anguissa prendono in consegna l’ex Sassuolo e ne schermano almeno in parte la libertà di manovra. La soluzione tattica, diventa completa ed efficace però, soltanto nel secondo tempo, come si può notare nell’immagine seguente. Spalletti inserisce Ounas al posto di uno spento Elmas e la gara cambia. L’allenatore ha trovato la contromisura che completa la schermatura sul play basso della Juventus. La prestazione di Locatelli cala sulla distanza e l’ingresso del trequartista partenopeo, pronto ad approfittare degli spazi tra il centrocampo e la retroguardia ospite, perfeziona il pressing azzurro. Notevole anche l’intuizione di alzare il raggio d’azione di Mario Rui di una ventina di metri per costringere Bernardeschi a rinunciare a qualsiasi tentativo di spinta. La Juventus non riuscirà più a uscire dalla propria metà campo. Il baricentro, troppo basso, costringerà Morata a correre a vuoto e il solo Kulusevski a tentare lo strappo isolato.
PAPERE ED ERRORI – Tutte le reti dell’incontro nascono da gravi leggerezze ed errori individuali. Abbiamo già rievocato il gol che apre le marcature con Morata bravo a rubar palla ad un ingenuo Manolas e a battere Ospina con il destro. Le reti del Napoli non sono da meno. Uno Szczesny ripiombato negli abissi di Udine non trattiene una conclusione lenta di Insigne e rimette in gioco una palla sulla quale si avventa, pressoché indisturbato, Politano. Al minuto 85′ è il subentrato Moise Kean a rendersi protagonista di un episodio negativo. Il Napoli beneficia di un calcio d’angolo. Zielinski mette in mezzo un fendente velenoso: Rabiot salta a vuoto e Kean è preso in controtempo. L’attaccante è mal posizionato in area, il pallone gli carambola addosso e diventa un corto appoggio nella propria porta. Szczesny smanaccia come può e Koulibaly ringrazia e scaraventa in rete. Se di errori individuali si tratta, è però doverosa una precisazione. Non può essere casuale il fatto che la Juventus si sia praticamente fatta gol da sola. Le leggerezze difensive del singolo si traducono in una preoccupante fragilità di squadra che qualche campanello d’allarme deve farlo suonare in casa Juve. La scelta di tenere il baricentro molto basso e una condizione atletica molto lontana da quella ottimale, accrescono le possibilità di incappare nel passo falso individuale. Ne è significativa dimostrazione l’azione che porta al gol del pareggio del Napoli, un copione che si ripeterà più volte nel secondo tempo. Come si può vedere dalla prossima immagine, è stata ricostruita la posizione dei calciatori bianconeri in campo al momento dell’inizio dell’azione. In basso, Bernardeschi (n°20) sbaglia e si fa soffiare il pallone da Fabian Ruiz. E’ il primo errore. Il centrocampista vede e serve in orizzontale Insigne. Qui c’è la seconda mancanza di un calciatore bianconero: Locatelli (n°27) è in ritardo sul fantasista azzurro che dalla sua mattonella può calciare come preferisce. Il terzo errore è nel posizionamento della linea di difesa. I centrali gravitano al limite dell’area piccola fin dal primo recupero palla di Ruiz e i terzini sono troppo schiacciati sui centrali. Quando Szczesny perde palla sulla conclusione di Insigne, Politano si inserisce nello spazio vuoto tra Chiellini e Rabiot e con vita troppo facile timbra il cartellino. i bianconeri non riescono a mantenere ritmi costanti per il 90′. Un’impostazione delle linee così basse non sortisce l’effetto muro sperato. Allegri dovrà inventare altre soluzioni.