L’intervista all’ex calciatore bianconero
LE DICHIARAZIONI – Intervistato attraverso i canali ufficiali della Juventus, Carlos Tevez parla della sua esperienza a Torino. Di seguito, le sue parole.
Se dovessi definire la Juventus con una sola parola, quale sarebbe?
“Barrio, perchè quando sono arrivato alla Juventus, non pensavo di arrivare in un club che fosse organizzato come una famiglia, pensavo fosse completamente diverso. Quando sono arrivato ho visto che era un grande club, certo, ma anche molto legato alla proprie radici e al proprio DNA. I tifosi della Juventus fanno parte di una grande famiglia, una grande comunità. E mi sono identificato in questo modo di essere. La Juventus per me significa questo”
Che cosa hai provato tornando all’Allianz Stadium?
“Tornare qui ha risvegliato in me emozioni che conservavo nel profondo del cuore. E che sono difficili da descrivere. Qui ho lasciato un pezzo di cuore. E quindi tornare alla Juve ha risvegliato in me emozioni forti. E’ una bellissima sensazione. Indossare la maglia bianconera è stata una sensazione fantastica. E indossare la 10 di Del Piero è stata la ciliegina sulla torta”
Ti ricordi il primo compagno che hai incontrato quando sei arrivato alla Juventus?
“Sì, mi ricordo. E’ stato Gigi (Buffon), ci siamo incontrati in spogliatoio. Mi ricordo che mi ha preso la testa e, dopo avermi salutato, mi ha detto: “Come stai, fenomeno?”. E’ stata una grandissima emozione. Sin dal primo giorno, ho dato tutto quello che avevo”
Ti ricordi che energia ti dava l’Allianz Stadium?
“Mi ricordo che alla prima partita il mister, che sapeva quanto voglia avessi, mi ha detto che la prima palla che mi arrivava, avrei dovuto giocarla alla massima intensità. Così lo stadio si sarebbe alzato in piedi. Così, quando mi arriva la palla e gioco uno contro uno, salto l’uomo, il pubblico si alza in piedi e lo stadio diventa una bolgia”
C’è un gol che ti ricordi in maniera particolare, il tuo gol del cuore?
“E’ difficile sceglierne uno. Come ho detto prima, ho sempre giocato con cuore. Per questo è difficile sceglierne uno. Ma se dovessi dirne uno, direi quello contro il Borussia Dortmund. E’ stato un gol importante. Ma anche quello contro il Parma, perchè tra il pubblico c’era anche mio padre. Ho sempre giocato per lui. E quando veniva a vedermi, è sempre stato il mio primo tifoso. Quando veniva a vedermi, tornavo a essere il bambino che giocava nel quartiere, sotto lo sguardo di mio padre. Quando veniva a vedermi giocare, cercavo di fare lo stesso. Quella serata è stata molto speciale. Perchè ho segnato quel gol spettacolare”
Qual è il compagno di squadra che hai frequentato di più nel tuo periodo alla Juve?
“Il mio miglior amico era la squadra. Eravamo tutte persone molto responsabili. E avevamo tutti una grande fame di vittorie. Questo faceva sì che tutti ci trovassimo bene all’interno dello spogliatoio. E questa unità di intenti si traduceva sul campo. E la gente lo percepiva. Eravamo una famiglia”
Che cosa hai ritrovato alla Juve che avevi un po’ perso ultimamente?
“L’affetto che i tifosi mi hanno dimostrato sin dal primo giorno. Il loro affetto e il loro sostegno erano quello di cui avevo bisogno. E io, in cambio, ho dato tutto per loro. Ho sempre cercato di dare il massimo per la Juventus. E’ stata la squadra dove, quando ho detto che volevo tornare a casa, volevo stare con i miei genitori, con i miei fratelli. La società lo ha capito, non si è mai opposta alla mia decisione. E di questo la ringrazio. Sono grato al presidente Agnelli, uno di poche parole, ma che tiene fede alle promesse. Mi ricordo che mi ha detto che mi avrebbe accompagnato fino all’aereo se fossimo arrivati in finale di Champions League. Sarò sempre grato alla Juventus, perchè mi hanno sempre capito”
Tu sei rimasto nel cuore dei tifosi, nonostante tu non sia rimasto molti anni:
“E loro mi sono rimasti sempre nel cuore. Come ho detto prima, mi hanno subito capito. E io avevo bisogno di questo per poter lasciare il segno”