Le inglesi lasciano la SuperLega mettendo fine al progetto ancora prima di iniziare. Un’assurdità che ha solo messo in mostra tutto il marcio del calcio
IL CASTELLO DI CARTA – Assurdo. Non esiste altra parola per descrivere quanto successo in questi giorni. Se l’idea della Super League era di per se fuori da ogni logica sportiva e quanto di più lontano dal calcio si potesse concepire, quanto successo nelle ore successive non è stato da meno. Dai falsi moralismi e le ipocrisie di chi ha gridato allo scandalo per la Superlega e specula da anni alle spese del calcio e i suoi guadagni, alle minacce della Uefa vera artefice di questo tracollo, sino alle proteste di calciatori e allenatori milionari che ad oggi, non hanno però ancora trovato una proposta alternativa consona a sostenere i costi dei loro ingaggi per i loro club. Per non parlare del calcio italiano e dei meccanismi che da dentro lo stanno logorando venuti prepotentemente fuori in queste ore per chi ha voluto intendere. Poi il colpo di teatro con lo sfaldamento della Superlega, l’uscita delle inglesi e il collasso del progetto. Un giorno. Tanta è durata la ribellione. Verrebbe da chiedersi cosa si aspettassero i club ribelli, se così poco tempo è bastato per far crollare il forte. Verrebbe da chiedersi, soprattutto, come sia possibile che un colpo mediatico e politico di questa portata sia stato gestito in modo che al momento appare tutt’altro che consono alle migliori dirigenze del calcio mondiale. A dare le risposte dovrà pensare, per quanto riguarda la Juventus, Andrea Agnelli. Ieri presidente Eca e vicino alla Uefa, oggi “esiliato” dall’Europa che conta e mai così “vulnerabile”. Al momento, queste 24 ore sembrano essere servite solo a far perdere la faccia. Magari, chissà, dietro le quinte sarà servito a far avere alla Juventus in modo alternativo quelle risorse attese dalla Superlega, magari con la tanto agognata riforma Champions di cui si è parlato in queste ore. Di certo, la battaglia non la ha persa solo la Superlega, ma il calcio. Tra Ipocrisia contro Egoismo, di quello vero, “romantico” di cui si è parlato in questi giorni ne è rimasto comunque ben poco.