Una Juventus decisamente ritrovata quella vista ieri in campo contro il Milan. Una vittoria che ha rimesso la squadra bianconera in lizza per la corsa scudetto e l’ha resa consapevole di se stessa e della sua forza.
Il Milan si è ritrovato costretto ad arrendersi di fronte non solo ad una fine prestazione tecnica messa in campo dagli uomini della Vecchia Signora, ma anche di fronte ad un enorme spirito di squadra e ad una ferocia agonistica che, finora, aveva caratterizzato solo la capolista. Una testa della classifica che i rossoneri mantengono meritatamente, ma dovranno smaltire il contraccolpo psicologico della sconfitta di ieri, ma che sono consapevoli di dover cercare di conservare, adesso, anche da una Juve che ha ritrovato cattiveria, solidità e veridicità.
La Juventus vince di merito, consapevole delle sue forse. Gioca molto bene e a tratti non ha paura di soffrire, anche se ancora ha qualcosa che deve correggere, come l’occuppazione dell’area avversaria in avanti , che in mancanza di Morata, potrebbe diventare un problema. Di sicuro è una squadra che non ha paura di soffrire, e si è visto anche in qualche occasione, ieri.
Si è vista una Juve che ha mostrato tutta la sua superiorità al Milan, soprattutto nella seconda metà del match, e i cambi e gli inserimenti hanno fatto decisamente la loro differenza. Non vogliamo dire che Pirlo ha vinto perchè aveva solo superiorità fisica e di elementi, ma molto c’è del Maestro nel modo con cui la Juve ha interpretato e giocato la partita.
La Juve ha aggredito il Milan nei momenti giusti, forse con un pò meno raffinatezza per la mancanza di Cuadrado, ma estremamente efficace con Federico Chiesa, il mattatore di San Siro, colui che ha aperto alla resurrezione bianconera, incarnando accanimento e gol, intuizione e abnegazione e grande spirito di squadra. Colui che si è portato a spasso Theo Hernandez, neutralizzandolo e costringendolo spesso al fallo.
Fin da subito si capisce che la partita ruota intorno a Federico e il gol arriva al 18′ dopo un fantastico scambio al limite dell’area con Dybala, gol che definisce il dominio bianconero che si mantiene fino al 30′ del primo tempo, per poi affievolirsi leggermente negli ultimi 15 minuti della prima parte di gara. Decisamente diverso l’approccio del secondo tempo, la Juve cresce e acquista sicurezza, con Ronaldo che costruisce l’azione che innesca Frabotta e poi Dybala che serve un magnifico assist per il secondo gol dell’azzuro.
Gli ingressi di Kulusevski e McKennie danno il colpo di grazia ai rossoneri, perchè aggiungono muscoli e brio al gioco bianconero, con il texano che impegna molto Donnarumma e con un gioco tra i due, che è quello che fa scaturire il gol dell’americano del definitivo 3-1 e k.o del Milan. Una vittoria che sicuramente mette anche la firma Juve sulla corsa scudetto.