Le parole di Pavel Nedved in occasione della presentazione del libro “La casa della Juve”, scritto dal giornalista Guido Vaciago.
TORINO – Il vicepresidente della Juventus ha risposto alle domande dei giornalisti di Tuttosport presenti nella Sala Olimpica del Padiglione 1 del Salone del Libro. Quello che è emerso è un trattato di pura juventinità, un sentimento che la ‘Furia Ceca’ incarna dal suo primo giorno in bianconero. Gli argomenti trattati sono diversi, anche se ruotano attorno ad un solo asse: l’importanza dello stadio.
Cosa prova se pensa all’Allianz Stadium?
Mi viene in mente ‘casa’, proprio come il titolo del vostro libro. E casa significa orgoglio. Orgoglio di tutti: tifosi, dirigenti e giocatori. È il luogo, in tutto il mondo, in cui la Juventus è maggiormente la Juventus. È dove capisci che la società vuole mantenere lo status di eccellenza nel mondo del calcio. Quando siamo lì dentro possiamo sentire sulla nostra pelle la felicità e l’orgoglio di poter rappresentare la Juventus.
Lo stadio ha aumentato il senso di appartenenza dei tifosi. Di riflesso anche quello di responsabilità nella squadra?
Per i tifosi quel senso diventa così forte che riescono a trasmetterlo ai giocatori, che a loro volta devono sentirsi responsabili quando indossano la nostra maglia. Perché deve essere un punto di orgoglio essere un giocatore della Juventus e comporta sempre delle responsabilità.
Perché solo voi e altre 4 squadre (Atalanta, Sassuolo, Spezia e Udinese) avete uno stadio di proprietà?
Ci sono due attori in campo: politica locale e investitori. È una corsa a medio termine e quindi servono pazienza e soldi. Perché può andare in contrasto con i tuoi obiettivi sportivi, perché sottrae risorse nell’immediato. Anche se in futuro dà molto. Se vogliamo offrire un prodotto importante, come calcio italiano, bisogna partire dagli stadi. Credo che la sensibilità in questo senso stia aumentando, sono ottimista.
È ancora attuale il progetto di uno stadio più piccolo per far giocare le Women e l’U23?
Innanzitutto, devo dire che sono contentissimo di come lo Stadium ha accolto le Women nella gara di Champions. Per quanto riguarda lo stadio per le Women e l’U23, speriamo di farlo perché in questo momento è indispensabile. La situazione economica non è positiva, ma è un progetto che noi abbiamo sempre presente nella nostra agenda.
Qual è la partita più bella giocata allo Stadium dalla Juventus?
Quella con il Chelsea. Perché è l’ultima e lo sarà fino alla prossima. Non si guarda indietro, solo avanti. Quella di domani sarà sicuramente bellissima. Si affrontano due squadre con due allenatori vincenti e prepareranno qualcosa di speciale, quindi è tutta da vedere.
La Juve ha superato la fase difficile?
C’è stato l’assestamento che si verifica dopo un cambio di allenatore. Ora non possiamo fermarci, perché gli altri corrono. Noi non possiamo permetterci di fermarci.