Dopo l’eliminazione agli ottavi di finale con il Porto, la Juve fa un esame di coscienza: per l’obiettivo Champions, basta svincolati ed extra ingaggi. Più giovani come Chiesa, afferma Pirlo post eliminazione
CONTI IN TASCA – Strano, ma vero, la Juventus ha fatto meglio in Champion’s League, quando era considerata un sogno che un obiettivo. Lo dimostrano le due finali arrivate rispettivamente nel 2015 e 2017 e l’uscita agli ottavi nel 2020 e 2021. Infatti stando a quanto riferisce Tuttosport, gli sforzi fatti dalla Juve per migliorare sempre più la rosa e strappare un biglietto per la finale, sono stati inversamente proporzionali agli investimenti compiuti. Secondo il costo storico della prima squadra, ossia la somma del costo effettivamente sostenuto per ciascun giocatore presente in rosa in quella determinata stagione, è quasi raddoppiato: partiamo appunto da un totale di 430 milioni (valore squadra di Cardiff) a 713 milioni (valore squadra 2019/20). Stesso discorso vale anche per gli ingaggi dei giocatori: partiamo da 142 milioni lordi a 235, di cui 55 milioni sono di un certo Cristiano Ronaldo.
LINEE Verdi – In ogni modo, la curva degli ingaggi, così come dell’età media, sta iniziando a calare: giocatori che percepivano uno stipendio tra i 5 e 10 milioni e che alzavano sostenzialmente l’età media della squadra, sono stati ceduti. E Andrea Pirlo, post eliminazione Champions, faceva riferimento proprio a questo: meno parametri zero da strapagare in termini di ingaggi e più giovani.