Il pazzo calciomercato invernale della Juventus ha rivoluzionato l’organico nonostante i ‘soli’ due acquisti
“La squadra al 99% resterà questa, nessuno andrà via e nessuno entrerà“. Massimiliano Allegri lo ha ribadito più volte nel corso del mese di gennaio, un mese in cui ha conosciuto soltanto una sconfitta, quella in Supercoppa Italiana contro l’Inter. Chissà se Max abbia voluto ‘trollare’ i tifosi bianconeri o se anche lui fosse effettivamente ignaro di quello che sarebbe successo negli ultimi 10 giorni di questo calciomercato. Facciamo fatica a credere alla seconda opzione, soprattutto per la risonanza mediatica che ha avuto uno dei due nuovi innesti, quel Dusan Vlahovic voluto da mezza Europa, ma voglioso di Juventus in modo talmente morboso da andarsene dalla Fiorentina nel giorno del suo compleanno: una sorta di auto-regalo. Il tutto mentre a Firenze, i suoi compagni avevano preparato una sorpresa all’attaccante serbo. Nei giorni seguenti, Cherubini e soci si sono mossi per sfoltire la rosa e fornire alla squadra le risorse economiche a completare l’opera con l’acquisto di Denis Zakaria, la diga di centrocampo tanto voluta da Allegri. Ora la palla passerà proprio a Max, il quale dovrà trovare la giusta formula tattica per ricostruire un ciclo vincente, un ciclo da Juve.
Cuadrado, Dybala, Morata, Vlahovic tutti assieme? Un po’ spregiudicato direbbero i cultori del ‘corto muso’, coloro i quali preferirebbero uno scialbo 1-0 e portare i 3 punti in cascina piuttosto che assistere ad una squadra più spregiudicata e votata all’attacco. Eppure, la soluzione descritta in precedenza potrebbe non essere così utopica. In passato, il tecnico livornese ha optato per questo tipo di assetto, ovvero il 4-2-3-1 con Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain contemporaneamente, i quali venivano coadiuvati da Khedira e Pjanic, non proprio due maestri dell’interdizione, ma sempre pronti a proporsi in zona offensiva. Spesso a questa Juve è mancata questa aggressività e questa sicurezza nei propri mezzi, ma l’acquisto di un bomber come Vlahovic e una mediana rinfoltita da un motore come Zakaria potrebbero riconsegnare a questa Juve quelle caratteristiche.
Un’altra soluzione potrebbe comunque includere i ‘fantastici 4’ del reparto offensivo, ma in una formula diversa, più coperta e forse più realizzabile. Il modulo da adottare sarebbe quello del 4-3-1-2 con il colombiano esterno basso di destra, Dybala alle spalle delle due punte Morata (più defilato e libero di spaziare) e Vlahovic (il totem dell’area di rigore). L’aggiunta di un centrocampista di rottura come Rabiot o di un incursore come McKennie potrebbe dire tanto sull’atteggiamento tattico adottato nella singola partita e rappresentare l’ago della bilancia della formazione.
L’ultima opzione, probabilmente meno quotata ma comunque possibile, è quella di mantenere il 4-4-2 che ha caratterizzato questo nuovo corso targato Allegri. Sarebbe difficile immaginare uno tra Morata e Dybala in panchina: il primo è molto stimato dal tecnico e garantisce il lavoro sporco che piace tanto all’allenatore livornese, mentre il secondo ha la numero 10 sulle spalle e resta il leader tecnico dei bianconeri. Un lato positivo di questo assetto è l’avanzamento di Cuadrado, il quale risulta molto più pericoloso da esterno di centrocampo, piuttosto che esterno basso di difesa nella soluzione proposta precedentemente.