La Juventus fallisce la prova del nove della gara contro il Milan. Vincono i rossoneri per due reti a zero.
MILANO – Con un Milan incerottato dagli infortuni e due vittorie convincenti ottenute contro Bologna e Maccabi Haifa per la Juventus le parole d’ordine dovevano essere due: approfittarne e rilanciarsi. Quella contro i rossoneri doveva essere la gara del rilancio, quella del riagganciare la lotta scudetto e rivendicare le proprie ambizioni. Doveva essere la prova che la Juventus fosse veramente uscita dal tunnel. Il risultato, invece, è una prova del nove del tutto fallita.
La Juventus, di fatto, dura appena mezz’ora. I bianconeri partono bene. Si chiudono, ripartano, riescono a ribaltare il fronte e a dare vita ad un match equilibrato e pieno di ribaltamenti di fronte. Poi, qualcosa, si spegne. Il Milan viene fuori alla distanza. Prima con tiri da fuori, poi avvicinandosi sempre di più alla porta di Szczesny, spegnendo gradualmente la luce bianconera sino al gol del vantaggio di Tomori sul finire di primo tempo, arrivato sugli sviluppi di palla inattiva ma già nell’aria da diversi minuti con i rossoneri che nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo avevano ormai in mano il pallino del gioco.
Il secondo tempo è un monologo rossonero, sino alla volata di Diaz che al 54′ mette dentro la palla del 2 a 0. I rossoneri vanno più volte vicino ad in risultato più ampio, con due pali presi e Szczesny a salvare in diverse occasioni. E la Juventus? La Juventus ci prova, soprattutto dopo il doppio svantaggio e nel finale, dopo l’ingresso di Kean, ma non riesce a trovare il guizzo che possa riaprire la gara. Mira difettosa, un Milan abile a chiudere gli spazi, e la poca efficacia e fluidità della manovra bianconera negli ultimi metri, ormai una costante, impediscono agli uomini di Allegri di tenere il passo con i rossoneri.
Il Milan si dimostra più squadra, più in forma, più dominante mentalmente ancor prima che tatticamente. Alla Juventus non resta che riflettere. Il periodo nero non è ancora alle spalle, e il gap con il Milan dal punto di vista del gioco e dell’identità continua ad essere importante. La parola d’ordine, adesso, è lavorare.
SE AVESSE UN PO’ DI ONORE IL NS. allenatore DOVREBBE DARE LE DIMISSIONI E ANDARSENE GIA DOMANI , LO HANNO CAPITO TUTTI CHE E’ FINITO ED IN CONFUSIONE NON HA SICURAMENTE IL POLSO NE LA SITUAZIONE IN MANO , E’ ALLA FRUTTA.
MA I SOLDONI SONO UNA CALAMITA FORTISSIMA , PUR DI AVERLI NON LE DARA MAI, A COSTO DI FARE FIGURACCE , FARSI INSULTARE DI DIMOSTRARE DI ESSERE SENZA ONORE E ORGOGLIO. EVVIVA !!!
Siamo una squadra fortissimi , fatta di gente fantastica ………..