I bianconeri escono sconfitti per 2 reti a 1 dalla sfida contro il Benfica. Adesso la qualificazione si complica.
TORINO – “Non è decisiva ma molto importante”. Massimiliano Allegri alla vigilia aveva descritto così la partita tra Juventus e Benfica. Con il PSG già padrone del girone, è stato sin da subito chiaro a tutti che la doppia sfida con i portoghesi per gli uomini di Allegri sarebbe stata la chiave per non rimanere fuori dagli ottavi di finale. Con questa premessa, la sconfitta per 2 reti a 1 subita dai bianconeri nel match di andata allo Stadium assume un peso davvero importante e preoccupante.
In primis, come dicevamo, per la classifica, che dopo due giornate di Champions League recita ancora zero punti, con un cammino che si mette nettamente in salita. Ma soprattutto per come la sconfitta è arrivata.
La gara era iniziata nel migliore modo. Con l’incornata vincente di Milik a portare subito avanti i bianconeri al 4′ e una buonissima Juventus che per la prima mezz’ora tiene un buon ritmo, riesce a smorzare le avanzate dei portoghesi e sfiora il raddoppio. Proprio quello “sfiora” è il rimpianto dei bianconeri, che ancora una volta si dimostrano troppo leziosi e poco concreti negli ultimi metri e non riescono a chiudere la gara quando potrebbero. La Juventus come troppo spesso accade stacca la spina prima del tempo senza aver messo la gara in cassaforte, e paga un conto salatissimo. Al 43′, un ingenuo fallo di Miretti in area di rigore regala un rigore ai portoghesi. Joao Mario non sbaglia, e porta il match in parità. E’ lo spartiacque della gara.
Il secondo tempo sembra iniziare con una timida reazione, ma è solo una illusione. Al 55′ è Neres su sviluppo di una grande azione di Fernandez a portare il risultato sul definitivo 1 a 2 per i portoghesi. La Juventus si dimostra ancora una volta squadra fragile, che subisce gli episodi avversi senza trovare veramente la forza di reagire. I bianconeri entrano in un vortice di nervosismo e scarsa sicurezza e stavolta non ripetono l’exploit di domenica, non riuscendo a buttare il cuore oltre l’ostacolo e trovare il pareggio. Il momento della Juventus è tutto nel tiro di Bremer, che da due passi solo davanti al portiere sul finale scaraventa il pallone in curva, e nelle facce sconsolate e impaurite dei giocatori. Alla Juventus continua a riuscire poco, e male. Scarsa sicurezza, gambe imballate, poco gioco, involuzione dei singoli (Vlahovic su tutti). Le note positive sono davvero poche. Ciò che è peggio è che il tempo scarseggia, come ricordano i fischi che al termine della gara hanno accolto la squadra sotto la curva.