E’ una Juventus profondamente rifondata quella che rientra dalla lunghissima sosta per il mondiale in Qatar e riprende in mano il suo cammino il suo cammino in Serie A. Durante la sosta i bianconeri sono stati travolti da un autentico terremoto che ha stravolto le gerarchie societarie e rivoluzionato la dirigenza. Una ventata di aria fresca, nel bene e nel male, che sino ad ora non si è però convertita sul campo.
Guardando la prova dei bianconeri contro la Cremonese verrebbe da dire “la solita vecchia Juventus” (o almeno quella sbadita degli ultimi tempi). Tante, troppe assenze tra infortuni e reduci dal mondiale. Una formazione ben lontana da quella che idealmente dovrebbe essere quella titolare e imbottita di giovani (loro si, novità e bella notizia per il futuro bianconero) e un gioco che fatica a decollare. La Cremonese si dimostra squadra ostica, mette in difficoltà i bianconeri e tiene la partita in sospeso sino all’ultimo. Per ben due volte è il palo a tenere in gara la squadra allenata da Allegri.
Nuova Juve, vecchi vizi…dicevamo. Compreso il corto muso che ancora una volta salva Allegri. La provvidenza per il tecnico toscano, come spesso è avvenuto in questa stagione, assume ancora le sembianze di Milik. Il polacco al 90′ sul gong tira fuori una perla su punizione che toglie le castagne dal fuoco ai bianconeri e regala tre punti vitali per non perdere il treno su Milan e Napoli. Il polacco è ormai certezza, e con lui anche il momento difficile di Vlahovic fa meno paura. Da segnalare anche la buona prova di Rabiot, e soprattutto di Federico Chiesa, che ha cambiato la partita con il suo ingresso dimostrando di volersi riprendere il palcoscenico dopo un anno quanto mai difficile.