Quasi tradendo le aspettative, la Juventus si trova al momento a sole quattro lunghezze dal quarto posto, complice un mese di dicembre proseguito nel segno della vittoria.
IMMORTALE? – Chi l’avrebbe mai detto? In pochi probabilmente. Ora, per la Juventus, il fatidico quarto posto dista soltanto quattro punti. Anno dopo anno, stagione dopo stagione, partita dopo partita, il famoso proverbio “nel calcio tutto è possibile” si fortifica sempre di più nell’immaginario collettivo e il mese di dicembre, per i bianconeri, ha confermato l’ardua sentenza. Dopo l’ultima e nefasta settimana di novembre, in cui ha incassato le sconfitte contro Chelsea e Atalanta, la squadra di Allegri sembrava quasi definitivamente persa, non tanto per i due risultati negativi, quanto piuttosto per la mancata continuità mostrata da qualsiasi angolazione possibile. Dulcis in fundo, non dimentichiamo lo scandalo plusvalenze scoppiato sempre in quei giorni, un uragano che ha travolto un ambiente già di per sé abbastanza fragile.
Poi, qualcosa ha iniziato leggermente a cambiare, come se una piccola scossa avesse cominciato a farsi strada nelle corde più intime di un’orchestra suonata piuttosto male. Nelle ultime 6 partite, Champions League compresa, la Juventus ha conquistato ben 16 punti su 18, con i due ‘mancanti’, persi contro il Venezia, frutto dell’ennesimo calo sia fisico che di tensione al quale i bianconeri, ormai, ci hanno abituato in questo primo scorcio di campionato. Ieri sera, contro il Cagliari, è arrivato l’epilogo che tutti si auguravano, con la Vecchia Signora che, dopo un inizio tumultuoso di stagione, al giro di boa registra una situazione dai connotati meno catastrofici del previsto.
I meriti? Di una difesa che non prende più gol e che, dopo Sassuolo e Verona, ha mostrato un cambio di passo oggettivo: la tanto attesa quadra pare sia stata finalmente trovata, grazie all’esperienza dei due senatori Bonucci e Chiellini e alla tempra da vero leader che sta dimostrando, gara dopo gara, Matthijs De Ligt. Di Allegri, il ‘demiurgo’ corrente di questa Juventus, colui che, per quante se ne dica, ha sempre trasmesso una ventata di ottimismo e tranquillità: purtroppo, nella vita, serve anche questo, ovvero qualcuno che, quando tutto sembra naufragare, tenga saldamente in mano le redini e non si lasci travolgere da ansia e negatività. Di alcuni interpreti che, chi in una partita e chi in un’altra, hanno messo il loro sigillo al momento giusto. Vedi Alvaro Morata che, dopo l’addio di Ronaldo, si è caricato sulle spalle la responsabilità del reparto avanzato e, seppur con qualche difficoltà di troppo, sta provando a far ricredere i suoi ‘detrattori’ a suon di gol decisivi. Vedi Juan Cuadrado, l’estemporaneo, colui che, da un momento all’altro, può regalarti quel guizzo che non ti aspetti, oltre ad una qualità tecnica mai messa in dubbio. Vedi Manuel Locatelli, la ‘roccaforte’ della mediana bianconera, quel giovane ragazzo che fin da piccolo sognava di indossare questi colori e che adesso, partita dopo partita, sembra esserseli davvero cuciti addosso. Vedi Federico Bernardeschi, la cui rinascita sta diventando un piccolo romanzo calcistico: tanto sacrificio, assist sempre più decisivi e, ieri sera, un gol che sa di liberazione dopo circa un anno e mezzo di digiuno.
In attesa di un Dybala e un Chiesa dei tempi migliori, la Juventus conclude questo 2021 lanciando un messaggio forte e chiaro al campionato: la Vecchia Signora, alla fin fine, non muore mai e anche chi a volte la dà per spacciata non la conosce davvero. In un certo senso, è immortale. Ora, il regalo di Natale è finalmente servito.