LE DICHIARAZIONI – Dopo le dimissioni di fine novembre, Andrea Agnelli ha tenuto una conferenza stampa di saluto. Di seguito, le sue affermazioni:
“Non posso e non voglio nascondere l’emozione che mi anima. Si chiude un capitolo della storia della Juventus. In questo momento facciamo fatica a leggerlo. Per dare un senso alla mia attività, il mio lavoro è sempre stato quello di indicare il contesto e le strategie. Quando parliamo di calcio in realtà parliamo di industria di intrattenimento cioè da 750 miliardi, gaming, sport, teatri. Il calcio è un’industria da 43 miliardi. Quali sono le soluzioni più idonee per la nostra industria? Siamo una media company, i contenuiti sono strategici. Abbiamo carenze di governance. Queste sono le operazioni degli ultimi anni: Chelsea ceduto per 3 miliardi, il Milan per 1 miliardo, il 47% dell’Atalanta ceduto. Fa riflettere chi sono gli acquirenti di queste società. Fondi sovrani, consorzi, fondi privati. In serie A abbiamo ricevuto offerte per la cessione di una percentuale della Lega. Siamo partiti dal City che ha 11 club e vediamo Red Bull o Red Birds o 777. E’ un nuovo fenomeno con multi club ownship. L’interesse per il calcio è più vivo che mai. Io non penso che queste persone siano delle ONG. Ci deve essere interesse forte di investitori. Ma non c’è risposta dei nostri regolatori che non colgono differenze tra gioco e industria. I club hanno il rischio imprenditoriale. C’è disaffezione nei tifosi, anche in serie C come ha scritto Ghirelli. La mia proposta era la creazione di un sistema di leghe con promozioni e retrocessioni nelle competizioni europee, con una simbiosi con i tornei nazionali. Dal 1929 a oggi hanno giocato in serie A solo 68 squadre e alcune per pochissimo. Un sistema aperto a tutti basato su meriti sportivi: sono proposte fatte nel 2019. Questa analisi rimane valida ancora oggi”
Sulla Uefa:
“Se io avessi voluto mantenere una posizione privilegiata da presidente Eca non avrei preso le decisioni che ho preso. Il calcio europeo ha bisogno di riforme strutturali, altrimenti avremo un declino a favore della Premier League che dominerà. I regolatori attuali non hanno intenzione di sentire i problemi dell’industria calcio. Sono in una posizione di monopolio. Auspicio è che la Corte europea riconosca l’abuso di posizione dominante della Uefa”