Allegri incassa la conferma della dirigenza ma la stagione non può considerarsi positiva se…
FINALE DI STAGIONE – 8 partite (forse 9) separano la Juve dal termine di una stagione turbolenta e complicatissima.
Un’annata piena di insidie, di delusioni, di sentenze e di appelli. Doveva essere la stagione della rivincita per gli amanti di Madama e invece si sta trasformando in un’apatica stagione dove anche i (pochi) risultati ottenuti sul campo potrebbero essere vanificati dalle sentenze della giustizia sportiva. Solo una condizione potrebbe comunque la stagione accettabile il verdetto di una delle stagioni più travagliate della secolare storia bianconera. Considerando un fallimento totale la spedizione in Champions League della Juventus, eliminata dalla competizione al primo turno ed umiliata in Israele persino dal Maccabi Haifa, un’eventuale vittoria dell’Europa League darebbe comunque un risvolto positivo alla stagione.
La vittoria della vecchia Coppa Uefa, permetterebbe comunque al club di tornare ad un successo intercontinentale che manca al club dal lontano 1996-1997 quando i bianconeri vinsero la Coppa Intercontinentale. Per farlo i bianconeri dovranno avere la meglio del Siviglia; considerata da tutti come la specialista della competizione, avendo vinto la competizione ben 6 volte dal 2005 al 2020.
Allegri che dal canto suo vanta un contratto che lo lega al club fino al 2025, in queste due stagioni non è riuscito a trasmettere nuovamente al club quel DNA vincente che è mancato dal momento della sua dipartita.
L’allenatore livornese si è ritrovato a riprendere il timone del club dopo l’addio di Cristiano Ronaldo che ha segnato un cambiamento anche nella filosofia del club, chiamato a ripartire con un progetto diverso.
Progetto che fin qui Allegri non sta trasformando in un progetto accattivante perché la Juventus continua a non convincere dal punto di vista del gioco e adesso stenta anche sotto il profilo dei risultati ottenuti in campo.
Il pareggio contro il Bologna di ieri, mantiene i bianconeri nel lotto di squadre che lottano per partecipare alla prossima Champions League ma questa squadra stenta ad avere un’anima, malgrado dal mercato siano arrivati fior di campioni che però non hanno permesso al gruppo squadra di far fare un salto di qualità sotto il profilo della personalità. Di Maria è ritornato ad essere a mezzo servizio della squadra, Pogba dopo aver forse definitivamente superato i suoi problemi fisici, rimane in sospeso tra aleggiare in panchina e giocare i minuti finali delle partite.
Vlahovic non riesce a mettere in mostra le sue qualità da quando veste la maglia bianconera, Chiesa non è ancora il giocatore che avevamo apprezzato dopo aver recuperato dall’infortunio. Paredes si è dimostrato un acquisto flop, strapagato per rendimento e per atteggiamento dimostrato durante le partite.
Sono poche le note positive in una stagione tremenda che ha messo a dura prova la tenuta fisica e psicologica dei tifosi bianconeri.
L’unico aspetto da salvare in un’annata ai limiti della tragedia (sportiva) è rappresentata dal lancio definitivo di una serie di giovani calciatori che rappresenteranno il futuro del club ma sono una buona base di ripartenza per il presente.
Parliamo dei vari Federico Gatti, Nicolò Fagioli, Fabio Miretti, Samuel Iling Jr, Matias Soulè che il tecnico è riuscito ad utilizzare con buona continuità in mezzo ad una miriade di problemi. Questa dovrebbe essere la base dalla quale ripartire per rilanciare il progetto della Juventus; probabilmente un progetto che non sarà vincente da subito ma potrà dare grandi soddisfazioni nel medio/lungo periodo e permetterà di ricostruire in campo un’ossatura che in questa stagione è spesso mancata.
Allegri ha incassato la fiducia del club essendo solo al termine del secondo anno di contratto, ma siamo sicuri che sia l’allenatore giusto per gestire il nuovo corso della Juventus?
Non sarebbe più corretto, puntare su un profilo più abituato a far crescere i giovani e meno avvezzo a gestire grandi spogliatoi?
Con una Juventus esclusa dalle coppe europee, potrebbero esserci le base per rifondare veramente una squadra e per ripartire con un nuovo ciclo per costruire una squadra che possa ritornare a fare la Juventus in Italia e quindi a dominare il panorama calcistico italiano.
Solo la vittoria dell’Europa League potrebbe tornare a dare credibilità ad un allenatore, ancorato al club dal suo contratto ma che non sembra l’uomo giusto per guidare il nuovo corso che alla Juventus sta nascendo.