I fantasmi del recente passato hanno bussato nuovamente alla porta. La sconfitta col Sassuolo ha fatto riemergere le fragilità della squadra di Massimiliano Allegri, adesso a -13 dalla vetta della classifica.
CRISI – Le problematiche di inizio stagione sembravano ormai archiviate, ma l’1-2 casalingo contro i neroverdi ha riaperto una ferita soltanto superficialmente rimarginata. La Juventus fa fatica a esprimersi come vorrebbe, in campo e fuori. La dirigenza sembra allo sbaraglio, con un progetto di rifondazione interessante, ma allo stesso tempo troppo blando. Il dopo Ronaldo doveva tradursi in acquisti mirati, in grado di coprire la sanguinosa perdita di trenta gol stagionali, ma così non è stato. Il vulnus offensivo derivante dall’addio del portoghese doveva essere colmato dall‘acquisto di Moise Kean, un giovane di prospettiva e con una buona esperienza in campo europeo. L’ex PSG però non è il bomber che serve alla causa bianconera, ma nemmeno Morata può compensare tale ammanco, nonostante le prestazioni convincenti che sta riuscendo ad offrire. La colpa di tutto (come sempre quando accadono queste cose) ricade sull’allenatore: Allegri è sul banco degli imputati per il continuo cambio di formazione e per il mancato gioco propositivo della squadra. Il tecnico livornese si è rimesso in gioco a scatola chiusa, convinto di aver accettato la proposta di dare continuità ad un progetto ben avviato. Adesso si ritrova con una squadra monca sotto diversi aspetti, soprattutto quello caratteriale; anche se è a livello tecnico che emergono le difficoltà maggiori. La Juventus sembra una nave in balia delle onde, vedremo se riuscirà a ritrovare la rotta o finirà alla deriva alla fine di questa stagione.