Che la rete di Weston McKennie fosse attesa da tempo è innegabile. Non soltanto perché l’americano timbra per la prima volta il cartellino in maglia bianconera. Non soltanto perché la sua zuccata vincente contro il Torino è il ceffone sonoro capace di risvegliare una Juventus sopita e impalpabile. Ma anche e soprattutto perché certifica quanto possa essere rilevante l’apporto, in termini di reti, del pacchetto di centrocampo. A prescindere dagli schemi e dagli accorgimenti tattici, la recente storia della Juventus lo insegna.
IL PROBLEMA– Il reparto che più sta zoppicando in tre mesi di Juventus targata Andrea Pirlo è la mediana, dove il tecnico pare ancora lontano dal trovare la quadra. Lo dimostra il fatto che l’allenatore della Juventus non abbia mai schierato i medesimi interpreti di centrocampo per più di due partite consecutive. Se parte della colpa è da attribuire all’esuberanza tattica del neofita Pirlo, non si può però negare che i calciatori dell’intero reparto non contribuiscano concretamente alla manovra offensiva. Non è un caso che, prima della rete di McKennie, l’unico nome di un centrocampista a figurare tra i marcatori sia stato quello di Adrien Rabiot. Il francese siglò la rete del 1-2 nella vittoria esterna contro lo Spezia di un mese fa. A secco di marcature tutti gli altri compagni di reparto.
IN MEDIO STAT VIRTUS– Non è la passione per le statistiche o il malinconico rifugiarsi nei fasti del recente passato che ci fa riflettere su tale preoccupante dato. Ma soltanto il fatto che il rendimento del centrocampo sia un buon indicatore dello stato di salute di una squadra. Quando la Juventus ha potuto contare su di un reparto solido e affiatato, i risultati non hanno tardato ad arrivare. Adesso che i numeri non sono lusinghieri, la squadra di Pirlo fatica a trovare equilibrio e continuità. Qualche numero per sostanziare, quanto detto. La prima Juventus di Conte fu trascinata dalle reti di Claudio Marchisio (10) e Arturo Vidal (7). Il cileno si consacrò nelle due stagioni successive siglando rispettivamente 15 e 18 gol. Anche la gestione di Massimiliano Allegri, cinque anni sulla panchina bianconera, ha beneficiato dei numeri concreti del centrocampo. Basti pensare a Paul Pogba e alle 20 marcature nelle due stagioni nelle quali era allenato dal livornese. E che dire di Sami Khedira e delle 9 reti messe a segno dal tedesco nell’annata 2017/18, la sua più prolifica? Il problema dello scarso apporto dei centrocampisti alla manovra aveva fatto scattare il campanello d’allarme già nella passata stagione quando le giocate e i gol di Ronaldo e Dybala sopperivano a tale mancanza.
Il mercato estivo, ridimensionato dalla questione Covid, non ha fornito la soluzione. Si fa davvero fatica a trovare tra gli uomini del centrocampo di Pirlo, lo stoccatore infallibile capace di volgere a proprio favore le gare più bloccate. Nemmeno il nome di Locatelli, finito nel mirino di Paratici, scalda molto gli animi. E se nel derby Weston Mckennie prova ad invertire la tendenza, domani la Juventus affronterà al Camp Nou i maestri del centrocampo, i palleggiatori per antonomasia del Barcellona. Per i bianconeri sarà, dunque, utile approntare una manovra nella quale il reparto centrale possa recitare finalmente un ruolo da protagonista.