La batosta di Napoli avrà delle ripercussioni
RESA – Otto vittorie gonfiano il petto, otto vittorie senza subire goal illudono. Poi arriva il Napoli e disintegra ogni presunto progresso bianconero con uno scontro diretto a senso unico. La Juve non prendeva cinque goal in una partita di Serie A da trent’anni. Un modo peggiore per ridimensionare gli obiettivi annuali è difficile anche solo da pensare perché i partenopei hanno compiuto una carneficina, dimostrando una superiorità evidente su tutti i fronti. La difesa, imbattuta da mesi, si sgretola sotto i colpi di Osimhen, Kvara e company. Bremer vive la sua peggiore serata da calciatore, ben coadiuvato da Alex Sandro e Danilo. Ed ecco che anche le vittorie di “Corto Muso” con Cremonese e Udinese si apprestano a essere rivalutate. Tanti tifosi si sono esaltati per aver raggiunto il secondo posto con il minimo sforzo, in pieno stile Allegri, convinti di poter accorciare anche sul Napoli capolista. Proprio nello scontro diretto è crollato il castello di sabbia dentro cui il club si nascondeva. I problemi ci sono e ci sono sempre stati, ma ora non possono essere più nascosti sotto il tappeto degli 1-0, raggiunti per giocate soliste allo scoccare del novantesimo. Nel 2023 una squadra vincente ha bisogno di idee nuove, di coralità, di gioco di squadra. La Juve non ha nulla di tutto ciò e un campione come Di Maria non può evitare le disfatte. Chi era tornato a parlare di Scudetto è stato subito smentito, una manita ha cancellato le illusioni di rimonta. A gennaio i bianconeri sono fuori dalla Champions e a meno dieci dalla capolista. Europa League o Coppa Italia possono addolcire la pillola, ma anche in queste competizioni serviranno dei miglioramenti che fin qui non sono arrivati. Forse è ancora presto per parlare di fallimento, ma la strada è spianata verso quella direzione.