Il rientro a Torino del francese è stato costellato più da vicende extracalcistiche che dalle grandi giocate con cui aveva deliziato i tifosi bianconeri nella sua prima esperienza
INCUBO – Non c’è fine al periodo no di Paul Pogba. Rientrato a Torino dopo la negativa parentesi di Manchester, il francese non è mai riuscito a lasciare il segno come aveva fatto nella sua prima esperienza bianconera quando, arrivato a zero proprio dai Red Devils, diede prova di tutto il suo talento diventando una delle colonne della Juventus dominatrice in campo nazionale tra il 2012 e il 2016. Purtroppo per lui, il suo ritorno nella penisola è coinciso con una serie di avvenimenti che lo hanno sì fatto finire sulle prime pagine dei giornali, ma praticamente mai per motivi legati al campo. Ripercorriamo di seguito alcune tappe.
INFORTUNIO – Nella scorsa preseason, la prima in bianconero dal suo rientro, per Pogba sono subito guai: a Los Angeles, durante un allenamento, esce dolorante accompagnato dallo staff medico. Il responso è subito chiaro: lesione al menisco laterale. Il Mondiale in Qatar è alle porte, e la decisione sulla strada da percorrere arriva poco dopo: niente operazione, ma terapia conservativa. Questa scelta si rivelerà decisiva – in negativo – su tutta la stagione del numero dieci. I miglioramenti non arrivano e, dopo un paio di mesi, arriva la decisione di sottoporsi a meniscectomia, e l’obbligo di fermarsi, come minimo, per altri due mesi. Così, il 2022 se ne va senza presenze ufficiali con la maglia bianconera e con il Mondiale vissuto da spettatore. La prima convocazione arriverà soltanto a fine febbraio, nel derby vinto per 4-2 dai bianconeri contro il Torino. Mezz’ora di lampi di classe che hanno fatto emozionare il pubblico dello Stadium, facendo forse dimenticare tutto quello che era successo prima. Si è trattato soltanto di un lume, però. Da quel momento, solo tre spezzoni, contro Sporting Lisbona, Roma e Sassuolo: non abbastanza per cancellare un’annata grigia.
ESTORSIONE – Ai problemi legati agli infortuni, poi, va aggiunta la celeberrima “faida famigliare” che vede protagonista il Polpo. Anzi, proprio questa vicenda potrebbe aver avuto effetti anche sul corpo del centrocampista francese. La vicenda è contornata di particolari grotteschi: il calciatore è stato infatti sequestrato e ricattato da un gruppo di uomini armati tra i quali, si scoprirà successivamente, c’era anche il fratello Mathias. Come dichiarato dallo stesso Pogba, la vicenda ha lasciato strascichi evidenti anche a livello psicologico, tanto da aver pensato al ritiro. Tra qualche giorno dovrebbe iniziare il processo contro gli estorsori, ma una nuova vicenda all’orizzonte potrebbe nuovamente cambiare le carte in tavola.
CONTROLLI – La notizia rilanciata dall’agenzia di stampa Ansa nella giornata di ieri ha gettato ulteriori ombre su Paul Pogba. La positività al testosterone, individuata dopo un controllo antidoping svolto il 20 agosto nel post Udinese-Juventus, ha portato all’azionarsi di una macchina del fango immediata, senza dare nemmeno il tempo di avere i riscontri delle controanalisi. In serata, poi, la notizia della sospensione del calciatore francese da parte del Tribunale Antidoping, confermata anche dalla Juventus con una nota ufficiale. E’ presto, troppo presto, per dare giudizi di alcun tipo. L’impressione, tuttavia, è che il francese si stia avviando repentinamente verso la fine della sua avventura in maglia bianconera. E chiudere così, dopo le emozioni del suo ritorno a casa, sarebbe davvero un peccato.