Ripartire dal Cagliari per ritrovarsi, porre fine agli esperimenti per acquisire concretezza nei risultati. Questo il ritornello che stampa e tifosi hanno ripetuto come un tormentone estivo nelle ultime settimane. A rigor di logica però per ritrovarsi è necessario perdersi e, numeri alla mano, la Juventus non sembrava poi così smarrita. Aveva palesato alcune difficoltà nel gioco, non sempre fluido ed efficace, ma aveva rimediato un’unica sconfitta, quella con il Barcellona.
I DATI- Se prendiamo in esame il segmento di stagione che dalla prima di campionato va fino all’ultima sosta per le Nazionali, la squadra di Pirlo ha disputato dieci partite, di cui 7 in campionato e 3 in Champions League. Per tre volte la Juventus ha ottenuto i tre punti in serie A: all’esordio con la Sampdoria, nella trasferta con la neopromossa Spezia e nella gara non disputata e vinta a tavolino con il Napoli. Quattro, invece, i pareggi in campionato: due nelle trasferte romane, uno in quel di Crotone e uno nella gara interna col Verona. Per vedere una sconfitta della nuova Juve firmata Andrea Pirlo bisogna tornare indietro al 28 ottobre e spostarsi sul palcoscenico europeo. All’Allianz Stadium un Barcellona più compatto e più in partita riesce ad imporsi per 2-0 sui bianconeri che pure creano delle buone occasioni prima di capitolare nel finale di partita. E’, finora, la prima ed unica battuta d’arresto della Vecchia Signora. Prima e dopo la sfida coi blaugrana la Juventus ha messo a segno due larghe vittorie contro le altre avversarie del girone, Ferencvaros e Dynamo Kiev. 5 vittorie, 4 pareggi, 1 sconfitta in dieci gare ufficiali. Non un rendimento da prima della classe ma nemmeno il nero ruolino di marcia di una squadra in crisi. Le vittorie in stagione salgono a 6 (in undici gare), se poi aggiungiamo la bella prestazione e il 2-0 di sabato scorso contro il Cagliari.
WORK IN PROGRESS– Più che di crisi sarebbe, allora, più esatto parlare di naturale periodo di rodaggio. Andrea Pirlo ha verificato l’applicabilità delle proprie idee alla rosa che la società torinese ha messo a sua disposizione. Ha selezionato le idee che hanno portato i risultati più incoraggianti e ha accantonato quelle meno rassicuranti. E se è vero che dalle battute a vuoto si cresce, come spesso ha ricordato Leonardo Bonucci nei post-partita, la Juventus deve fare tesoro degli errori commessi e raccogliere quanto di buono prodotto in questi mesi. Gli infortuni e le defezioni legate al Covid non hanno di certo agevolato il compito del tecnico, costretto a fare i conti con una coperta talvolta troppo corta. O forse non lunga abbastanza da coprire le tante (troppe!) innovazioni tattiche messe nel calderone di inizio stagione. La Juventus che domina il Cagliari sul profilo del gioco non è molto differente dall’ottima squadra vista in campo all’Olimpico contro la Lazio, dove soltanto un calo di concentrazione nel finale ha fatto sfuggire tre punti preziosi. La squadra era apparsa già in crescita nel gioco, a testimonianza dell’uscita definitiva dal laboratorio degli esperimenti per salire sul palco della consacrazione.
LE CERTEZZE– La vittoria sui sardi fa tirare un sospiro di sollievo. L’inedito reparto difensivo in 3D ha fornito una prestazione di livello e fa ben sperare per il futuro. Un volitivo Demiral, un subito pronto De Ligt e un sorprendente Danilo hanno blindato il fortino bianconero, regalando alla Juventus il secondo clean sheet in campionato. A centrocampo Pirlo ha finalmente trovato il facitore di gioco che cercava. Arthùr è sempre meglio inserito nella manovra del tecnico bresciano e sta acquistando continuità. In attacco, l’immortale Ronaldo, galvanizzato dalla possibilità di inseguire l’ennesimo record della sua carriera pazzesca, timbra due volte il cartellino e certifica una volta di più perché la società torinese farebbe bene a trattenerlo ancora. Se, poi, anche Federico Bernardeschi comincia a sfornare buone prestazioni, magari impreziosite da qualche rete, allora si può asserire che la delicata fase di rodaggio è ormai passata. E dalle ipotesi si è giunti alle certezze.
Non smarrita ma in evoluzione, dunque. Non ritrovata ma in corsa a corrente alternata. Ciò che serve ora alla squadra di Pirlo è acciuffare una striscia positiva di vittorie. Il calendario lo consentirebbe. Già domani con il Ferencvaros è tempo di certezze. La chiave di volta della stagione bianconera è tutta nelle parole di Pirlo nella Conferenza Prepartita di Juve-Ferencvaros. Il tecnico vuole continuità. Solo così sarà sancita la consacrazione definitiva.