Stasera, contro il Nantes, la Juventus si gioca la qualificazione all’Europa League, ma intanto si gode le prodezze del Fideo
SCOSSA – La sconfitta contro il Monza sembra un lontano ricordo, o almeno così si spera. Forse è servito del tempo per metabolizzare quel -15 piovuto come un fulmine a ciel sereno, ma pian piano la Juventus pare aver trovato la compattezza e lo spirito di abnegazione richiesti a gran voce da Massimiliano Allegri. Le vittorie contro Lazio (in Coppa Italia), Salernitana, Fiorentina e Spezia dipingono una squadra che ha decisamente cambiato volto. Una squadra che soffre quando c’è da soffrire (forse anche troppo a volte – va riconosciuto), ma che si riscopre unita nei momenti di sofferenza, intorno ai suoi uomini simbolo. Dati alla mano, i bianconeri avrebbero totalizzato 47 punti e occuperebbero il secondo posto in classifica, a dimostrazione del fatto che, malgrado qualche scivolone, stanno comunque disputando un buon campionato. E’ vero che bisogna sempre fare i conti con la realtà (settima posizione a 32 punti), ma se la Juventus sta uscendo dall’empasse in cui rischiava di sprofondare circa un mese fa è merito sicuramente di una consapevolezza che col tempo è riuscita a far propria e che le dà la giusta motivazione: al di là dei guai giudiziari, discussi nelle sedi opportune, ogni partita la squadra deve scendere in campo dando il meglio di sé e onorando quello stemma che ha cucito sul petto. Qualcosa di bello lo si può ancora raggiungere, ma l’importante è remare tutti dalla stessa parte. C’è una finale di Coppa Italia da conquistare, una qualificazione all’Europa League alla portata (stasera sarà decisivo il ritorno con il Nantes per proseguire il cammino) e un quarto posto in campionato che, a piccoli passi, può essere ancora raggiunto. Se alla forza del gruppo, poi, aggiungi la qualità di alcuni campioni, il cocktail diventa esplosivo. Proprio come è accaduto ieri, quando l’ingresso di Di Maria nel secondo tempo ha visibilmente spostato gli equilibri della partita, non solo per le soluzioni tecniche che riesce sempre a garantire, ma anche per la tranquillità che infonde ai propri compagni in mezzo al campo. L’argentino ha alzato il livello anche degli altri giocatori di movimento (vedi Rabiot e Locatelli), che con il suo inserimento sono cresciuti molto, oltre al merito di aver siglato la rete del 2 a 0 che ha definitivamente messo il sigillo sul risultato. Da un grande campione ci si aspetta questo: che si metta al servizio dei compagni, che porti in campo tutta la sua esperienza e la sua qualità, che diventi una sorta di spirito guida intorno al quale compattarsi nei momenti di sofferenza. Riuscirà ad essere tutto ciò anche contro il Nantes? Lo scopriremo stasera.