Andiamo a scoprire le peculiarità tattiche del prossimo avversario della Juventus
TEMPESTA – Dopo la buona vittoria di Bologna, la Juventus terminerà nella serata di domani il suo 2021 ospitando all’Allianz Stadium il Cagliari di Walter Mazzarri. Una sfida che vede i padroni di casa grandi favoriti non solo per i valori tecnici che si fronteggeranno in campo, ma anche per la situazione a dir poco drammatica degli isolani. Reduci da uno 0-4 casalingo per mano dell’Udinese, la squadra rossoblu è finita nel mirino dei suoi stessi tifosi, con aspre contestazioni nei confronti dei giocatori. Il tecnico degli ospiti sarebbe saldamente al suo posto, secondo i dirigenti sardi, ma il clima che si respira dalle parti della Sardegna è tempestoso. Ora concentriamoci sul campo e vediamo come l’allenatore toscano schiererà la sua squadra e l’atteggiamento tattico che potrebbe assumere.
MODULO E POSSESSO – Il marchio di fabbrica che ha reso Mazzarri uno dei tecnici più importanti in Italia è stato il suo modulo di gioco, ovvero il 3-5-2 che lo ha portato a vari successi (tra tutti la clamorosa salvezza della Reggina partita da -15 nel 2006-2007 e la Coppa Italia con il Napoli nel 2011-2012). L’inizio dell’azione dei sardi è affidato ai difensori centrali che smistano sull’esterno per i quinti, oppure provano il lancio lungo dalle retrovie alla ricerca di Joao Pedro, abile ad avventarsi sui palloni alti e/o sulle seconde palle. L’azione offensiva delle squadre di Mazzarri è spesso scolastica e poco votata a fornire chiare occasioni agli attaccanti; ciononostante, Joao Pedro ha messo a segno ben 6 gol dall’arrivo dell’allenatore di San Vincenzo. Gli esterni a tutta fascia sono costretti ad un grande lavoro durante l’arco di tutto il match, perché devono essere puntuali sui rifornimenti delle punte per arrivare al cross ed essere pronti a scappare all’indietro quando c’é da difendere, in modo da creare la linea a 5 in difesa.
NON POSSESSO – Quando il pallone è di proprietà degli avversari, l’idea di Mazzarri è quella del pressing asfissiante che comincia dalla prima impostazione di gioco. Tuttavia, l’indice PPDA dei sardi ( rapporto tra i passaggi effettuati dalla squadra avversaria in una determinata zona di campo, per convenzione i primi 60 metri di campo avversari e gli interventi difensivi effettuati) risulta essere uno dei più alti in Italia, in totale controtendenza con ciò che chiede l’allenatore. Una delle ragioni può essere un pressing disorganizzato che lascia molto campo agli avversari e, di conseguenza, concede molte occasioni. Il dato sui gol subiti dal Cagliari è emblematico: 38, solo Spezia e Salernitana hanno fatto peggio. In una difesa che può vantare nomi del calibro di Caceres e Godìn, si fa fatica soltanto a credere una posizione di classifica così deficitaria.