Andiamo ad analizzare nello specifico le peculiarità tattiche della squadra viola
MATCH – Domani pomeriggio alle ore 15:00 la Juventus scenderà in campo allo stadio Artemio Franchi di Firenze per affrontare la Fiorentina di Beppe Iachini. I bianconeri sono alla ricerca di 3 punti per tenere dietro le inseguitrici e consolidare la propria posizione tra le prime 4, in modo da qualificarsi alla prossima Champions League, mentre i viola hanno bisogno di punti per scacciare i fantasmi retrocessione e tenere il Cagliari terz’ultimo a debita distanza. Che partita dovrà aspettarsi la Juventus, consapevole del clamoroso tonfo dell’andata allo Stadium, dove i toscani si imposero per 0-3? Vediamolo insieme.
3-5-2 – Il dogma tattico di Iachini è il modulo: 3-5-2. Un modulo che il tecnico continua a portare avanti nella sua carriera e che ha portato avanti anche nella sua prima esperienza alla Fiorentina, ovvero lo scorso anno dopo essere subentrato a Vincenzo Montella, per poi essere esonerato il 9 novembre e richiamato lo scorso 21 marzo. Il capitano Pezzella è il leader di una difesa che ha incassato 53 gol in questo campionato, dopo 32 partite. Nikola Milenkovic e Martìn Caceres, ovvero i due che completano il reparto, sono giocatori più duttili, essendo in grado di svolgere anche il ruolo di esterni di difesa andando ad occupare tutta la fascia. Tuttavia, Iachini preferisce schierarli nel terzetto per poter schierare Biraghi sulla corsia mancina (6 assist in stagione) e Venuti sulla destra. In mediana è Amrabat il regista di squadra, coadiuvato da due mezze ali molto offensive come Bonavenura e Castrovilli, centrocampisti poco propensi alla fase difensiva e per questo spesso in difficoltà ad aiutare il marocchino. Il peso dell’attacco poggia sulle possenti spalle di Dusan Vlahovic (16 gol in 34 presenze stagionali). Il serbo è il terminale offensivo per eccellenza della squadra, mentre al suo fianco la classe e la qualità di Franck Ribéry che tende a svariare su tutto il fronte offensivo, per poi dare una mano al centrocampo in fase di non possesso.

TRANSIZIONE NEGATIVA – In fase di non possesso, la squadra non va ad aggredire il portatore di palla cercando il recupero istantaneo, ma ripiega affannosamente all’indietro, formando una linea difensiva a 5 con gli esterni. Solo nel momento in cui la palla viaggia in maniera orizzontale da una parte all’altra del campo, allora uno dei due esterni (in base alla situazione di gioco) oppure l’interno del centrocampo a 3 di competenza si alza in pressione sul portatore di palla. L’accenno di pressione portato nella metà campo avversaria è solo un’azione di disturbo, infatti l’obiettivo della squadra è che l’avversario faccia ricorso al lancio lungo, oppure al retropassaggio: nel primo caso i 3 centrali si attivano a cercare l’anticipo sfruttando i centimetri e l’elevazione, in caso contrario la squadra prova ad alzare il baricentro. Se uno dei centrali esce verso la metà campo a seguire un uomo, ecco che l’esterno basso va a scalare all’indietro, per cercare di tappare il buco lasciato dal difensore in proiezione avanzata.
TRANSIZIONE POSITIVA – La Fiorentina tira poco in porta e questo è un dato di fatto: 10,3 tiri di media a partita, di cui solo 3,25 in porta (secondo ‘L’Ultimo Uomo’). L’assenza di un vero e proprio regista costringe il giocatore di maggior talento (Ribéry) ad abbassarsi di 30-40 metri per impostare e questo lo porta a perdere lucidità in fase realizzativa. In questo contesto tattico è l’interno di centrocampo che va ad alzarsi sulla linea di Vlahovic, svolgendo di fatto il ruolo di seconda punta, ovvero Bonaventura o Castrovilli. Contro la Juventus mancherà l’ex Milan per squalifica, dunque sarà verosimilmente Pulgar ad agire in regia, con Amrabat da interno. Nonostante i dati sul piano offensivo siano carenti, Vlahovic è riuscito a segnare ben 16 gol in campionato, trascinando a suon di gol i viola. Un’insidia non da poco per gli avversari consiste nelle palle inattive da situazione d’angolo: 6 gol segnati da tiro della bandierina, sesta squadra in questa speciale classifica. In queste situazioni, Vlahovic va ad attaccare il primo palo, Castrovilli il secondo, per lasciare il cuore dell’area ai 3 possenti centrali che formano un trenino di maglie pronte a dividersi il centro area e Biraghi tende a stazionare appena fuori dall’area, per sfruttare un’eventuale ribattuta con un tiro da fuori.