Dal rigore segnato da Shevchenko il 28 maggio del 2003 al gioiellino bianconero Nicolò Rovella. Da un tabù targato “numero 7” ad un fortino da rinsaldare. Cosa si nasconde dietro il posticipo di questa sera?
UN MIX ESPLOSIVO? – Uno Stadium da riconquistare. Un “tabù” da migliorare. Una serenità da ritrovare. Una continuità da riprendere. Una “corsa” da riacciuffare. Juventus-Genoa sarà questo e molto altro, un crocevia di ansie, malcontenti e aspettative, con qualche ex di troppo a condire come si deve la domenica calcistica.
Dopo il celeberrimo rigore del 28 maggio 2003, Andry Shevchenko tornerà a sfidare la Juventus non più da attaccante di razza, quale si è sempre dimostrato nel corso della sua carriera, ma come allenatore del Genoa. Quella di circa vent’anni fa è un’istantanea rimasta impressa nell’immaginario del popolo milanista: un’esecuzione perfetta, col piede destro, che spiazza l’impotente Gigi Buffon e consegna la Champions League ai rossoneri di Carlo Ancelotti.
E poi? C’è Nicolò Rovella, il cui nome è tornato alla ribalta nelle ultime settimane in merito allo scandalo plusvalenze che ha colpito la società bianconera. Lo scorso gennaio, infatti, il giovane centrocampista è stato acquistato dalla Vecchia Signora per un affare totale da 38 milioni di euro, con i bianconeri che però hanno deciso di lasciarlo in prestito al Genoa prima dell’approdo definitivo a Torino. Un’ipotesi che però, adesso, sta avanzando sempre più insistentemente visti i problemi della Juventus a centrocampo e la necessità di trovare un giocatore che possa affiancare Locatelli. Rovella, quest’anno, sembra aver compiuto il definitivo salto di qualità, trovando fiducia e continuità: per lui 15 partite da titolare su 15 con la maglia del Genoa, condite da 3 assist. Gli aspetti che di lui stanno convincendo sempre più sono svariati: da un’ottima tecnica ad una grande visione di gioco, passando per un discreto apporto in fase difensiva. Senza contare che si tratta di un giocatore giovane (classe 2001) e di prospettiva, altro elemento che si sposerebbe alla perfezione con la nuova politica verde di Arrivabene. Questa sera, per lui, sarebbe stata un’occasione d’oro per dimostrare il suo valore, nonché i progressi intrapresi, ma purtroppo, a causa di una lesione muscolare che lo terrà fuori per tutto il 2021, non potrà essere della partita.
Per una futura stella in attesa della benedizione ufficiale, ve ne sono altre due che dovranno ringalluzzire quell’attacco bianconero che, ormai, “piange” lacrime amare da troppo tempo. Toccherà al duo Dybala-Morata, infatti, sfatare quel tabù targato “numero 7” che fa sempre più notizia: solo 7 gol segnati in altrettante partite giocate allo Stadium, mai così pochi dalla stagione 1988-’89. La speranza generale, inoltre, è che quella fortezza fino a poco tempo fa invalicabile torni ad esultare fragorosamente: salvo la vittoria contro la Fiorentina, le recenti sconfitte in casa contro Sassuolo e Atalanta pesano ancora come un macigno. E la “rincorsa divertente”? Mettiamo pure quella: il calendario, da qui fino alla sosta natalizia, recita Venezia, Bologna e Cagliari, tre appuntamenti che, se ritrovasse il vigore di un tempo, la Juventus non dovrebbe affatto temere. Ormai, però, ci si può aspettare di tutto da un campionato in cui, tra le poche costanti bianconere, ne regna una in particolare: il sorriso di Allegri, il sorriso di chi la sa lunga.