Intervista al capitano bianconero a poche ore dal match con la Lazio
LEADER – Bella intervista del Corriere dello Sport, realizzata a Danilo, neo capitano bianconero che ha raccolto l’eredità di Leonardo Bonucci come simbolo bianconero.
Ecco le parole del brasiliano a poche ore dal ritorno in campo della Juventus impegnata quest’oggi nella delicata sfida interna contro la Lazio:
Sull’annata con Andrea Pirlo –
“Ad Andrea farei scalare qualche posizione. Con lui ho vissuto una stagione formativa, per me è stato molto importante. Mi ha fatto crescere dandomi un ruolo che era tanti ruoli e insegnandomi a trovare sempre la posizione giusta in rapporto ai vari momenti della partita. Guardiola e Max, per me, sono primi a pari punti”.
Differenze tra Allegri e Guardiola –
“Guardiola è per un calcio più posizionale, anche con lui ho giocato in più ruoli. A destra, al centro, a sinistra, in mezzo al campo. Dalla squadra pretende il controllo della partita in ogni momento, dà indicazioni precise, concede qualche libertà esclusivamente agli attaccanti”.
Sui tanti ruoli svolti in carriera-“Sono un centrocampista prestato alla difesa, in origine lo ero a tutti gli effetti. Con Max condivido moltissime cose, è leale, diretto, pochi giri di parole, e sa anche tornare sui suoi passi. Il nostro è un rapporto talmente franco da sfiorare la complicità”.
Sui concetti di Allegri –“Ti dice: se con tre passaggi riesco ad arrivare in porta, perché devo impiegarne cinquanta? Max vuole soprattutto vincere. Se nel calcio non vinci non ti diverti e non diverti. È pratico, concreto. Se sono arrivato a questi livelli lo devo agli ultimi due anni con lui. Insiste molto sull’aspetto mentale, sulla libertà di espressione nel rispetto di certi codici tattici, e punta sui movimenti… Anch’io cerco ogni giorno di trasferire ai compagni quelle che sono le basi della mentalità vincente”.
Sull’arte della vittoria –
“Vincere è un sollievo? È così. Considero un privilegio il fatto di essere sempre stato sottoposto a questo genere di pressioni. Ci sono giorni in cui in allenamento non vinco un contrasto. Posso essere stanco di testa, o di gambe, non so. Ma quando vedo quella maglia qualcosa dentro di me succede. Provo sensazioni fortissime. Il motore si accende all’istante. È una questione di responsabilità individuali e collettive. Ci sono momenti in cui guardo la fascia al mio braccio e avverto uno stimolo in più. La partita è il mio vizio”.
Sul caso Bonucci-
“Solo casualità, non si possono fare paragoni. Sono storie, caratteri e realtà differenti. Io… Io voglio che la decisione di smettere sia mia e soltanto mia, spero di poterlo fare tanto con il club quanto con la Nazionale. So che nel calcio possono intervenire altri fattori, gli imprevisti, ma so anche che farò il possibile per avere il pieno controllo di quel momento, anticipandolo”.
Su giocare al fianco di Ronaldo –
“Cristiano è uno che studia, non si concentra soltanto sulla tecnica. Si interessa dell’aspetto mentale, dell’alimentazione. L’obiettivo finale è certamente la prestazione, la cura che lui mette in tutte le cose e nella preparazione è formidabile”.
Sulla vicenda Pogba –
“Sono dispiaciuto per quello che sta capitando a Paul. L’avevo visto molto più presente, la testa giusta. Gli sono sempre stato vicino, tante volte l’ho invitato a non mollare, a spingere e spingersi oltre. Non lo abbandono proprio adesso… Devo dire che qui alla Juve non mi sono fatto mancare nulla, dopo sei mesi il Covid, poi i problemi societari, adesso i guai di Paul. Speravo in una stagione più lineare”.
Su Dusan Vlahovic –
“È molto giovane, ha avuto alti e bassi, ma fa parte del giusto percorso di crescita. Si mette addosso molte pressioni, deve imparare a gestirle. Se ci riuscirà diventerà uno dei migliori centravanti europei”.
Sul talento di Federico Chiesa –
“Uno dei talenti più importanti dell’Italia, ha bisogno di essere coccolato, si può dire coccolato? Ha grande tecnica, ma deve imparare a competere in ogni istante. Ti porto l’esempio di Foden, altro talento, lui è uno che non si concede pause, è sempre in tiro. Federico deve arrivare al suo livello con la testa”.