Intervista al centrocampista bianconero
PASSIONI – Hans Nicolussi Caviglia ama definirsi come calciatore anomalo. Il suo talento gli ha permesso di scalare la lunga trafila nel settore giovanile bianconero, dai Pulcini fino alla prima squadra. Fuori dal campo, il centrocampista bianconero si distingue dalla massa per le sue abitudini e le sue passioni che lo tengono ben distante dai riflettori. Hans è un ragazzo che legge Orwell e suona il pianoforte, adora Kubrick e ama le escursioni in montagna. E nel frattempo si sta laureando senza sottovalutare l’impegno sportivo.
Ecco uno stralcio dell’intervista del calciatore rilasciata a Tuttosport:
Sulle passioni –
“Sulla letteratura mi ci sono appassionato in adolescenza leggendo i grandi classici di Orwell, da “1984” a ” La fattoria degli animali”. Adesso sto divorando “Kafka sulla spiaggia” di Murakami, dopo che non ho potuto metterlo in valigia per andare in tournèe: troppi impegni, non avrei avuto tempo.
Sulla musica che va per la maggiore nello spogliatoio –
“Ci sono principalmente due fazioni, chi ascolta pop francese e chi ascolta rap anglofono. Poi quando all’improvviso parte il cantautorato italiano, c’è sempre qualcuno che inizia a cantare a squarciagola”.
Sul cantante dello spogliatoio –
“Devo riconoscere che Weah canta piuttosto bene. Ma soprattutto canta di continuo, anche da solo”.
Su cosa rappresenta la montagna –
“Un ritorno alle origini. Sono cresciuto in un paesino della Valle d’Aosta a 1600m di altitudine, fino al trasferimento a Torino. Ho fatto fondo e poi discesa, mio papà è un guardiaparco: per me è un elemento fondamentale”.
Altre passioni –
“Di recente ho scoperto ciclismo e anche il golf, detto che la passione principale rimane il calcio: anche fuori dal campo, amo guardare le partite e soffermarmi sulle situazioni tattiche. E poi c’è anche lo studio”.
Sulla laurea –
“Sono iscritto a Scienze Motorie ma mancano ancora diversi esami. Il tempo scarseggia però quando posso mi metto sui libri, se si vuole si può”.
Sul significato della Juve –
“Qualcosa che mi sprona a tenere stretta questa maglia. Vesto il bianconero dal 2008, quando ero nei Pulcini: l’ho assorbito anno dopo anno. Ho vissuto l’inaugurazione dell’Allianz Stadium, l’esperienza al JCollege, il trasferimento alla Continassa: alla Juventus sono cresciuto come calciatore e come uomo”.