LE DICHIARAZIONI – Intervistato in esclusiva ai microfoni del “Corriere dello Sport”, Moise Kean parla della propria carriera e del suo momento alla Juventus. Di seguito, le sue affermazioni:
“Paratici ha detto che sono un top? Una cosa molto positiva, che l’abbia detto… Sono ancora in tempo, non sono uno che guarda troppo avanti. Gente come Salah e Mané ha impiegato un po’ di anni prima di esplodere. Mané ha trentun anni, Salah è diventato Salah a venticinque. Ho avuto la fortuna di giocare con grandi campioni qui a Torino, a Parigi, Liverpool e i campioni aiutano a crescere. Cristiano ad esempio…“
Su Ronaldo:
“Ha lavorato per diventare il numero uno, non si è fatto bastare il talento. ‘Dài, facciamo una partitella, divertiamoci un po’’, diceva. Poi, se non davi tutto, se non sputavi sangue anche in quei pochi minuti, ti riprendeva. Per lui anche il divertimento era un lavoro“
Sull’Everton:
“All’Everton c’erano Calvert- Lewin, che quell’anno segnava anche col respiro, e Richarlison. Spazio, pochissimo. La Premier è il campionato più bello del mondo, il più difficile, avevo diciannove anni, ho poco da rimproverarmi”
Su Allegri:
“Mi ha sempre trattato da uomo, fin da quando mi seguiva nella Primavera. È stato duro, duro nel senso buono… Da allora molte cose sono cambiate, il percorso da seguire l’ho individuato, mi sto dando da fare”
Sulla Juventus:
“La sola cosa che conta è restare concentrati sull’obiettivo. Così si evitano altri pensieri, le distrazioni. Noi non stiamo perdendo di vista il campo, ci impegniamo ogni giorno. Il nostro è un bellissimo gruppo. Danilo? È di un’altra pasta”
Su Vlahovic:
“Quando un attaccante così importante non fa gol per due, tre partite di fila gli sale la tensione. Dusan è fortissimo, sente la responsabilità. È un’ottima persona”